Scandalo Mps

Il ministro dal mutuo facile incolpa solo i vecchi manager

Nel 2004 Grilli ebbe un prestito ritenuto di favore dalla banca senese. Ora il titolare del Tesoro difende Bankitalia, i Monti bond e Profumo: "No al commissariamento"

Il ministro dell'Economia Vittorio Grilli durante l'audizione in Commissione Bilancio e Finanze
Il ministro dell'Economia Vittorio Grilli durante l'audizione in Commissione Bilancio e Finanze

Roma - Niente commissariamento per il Monte dei Paschi. Bankitalia sta già sanzionando i vecchi manager. E i Monti bond ad bancam vanno bene così. Sono migliori dei precedenti. Vittorio Grilli in difesa su Mps; forse «in imbarazzo», commentavano i parlamentari che ieri l'hanno ascoltato durante l'audizione parlamentare sul caso Mps. Come se avesse preferito evitare il ruolo di parafulmine a fronte di un Mario Monti che, come ha malignamente commentato Giulio Tremonti, «è scappato». Via, soprattutto dalle implicazioni politiche del piano da 3,9 miliardi di euro che - come è emerso ieri dal dibattito parlamentare - non convince molti.
Ma tra Twitter e i blog aleggia anche il caso-mutuo. La banca di Siena è casualmente la stessa dalla quale, come ha riportato nel dicembre scorso l'agenzia Bloomberg, nel 2004 Grilli ottenne un mutuo per 1,5 milioni di euro per l'acquisto di un immobile nel quartiere romano dei Parioli. Nei giorni scorsi il ministro ha smentito che si sia trattato di un mutuo gonfiato, ha annunciato azioni legali contro chi lo ha sostenuto, ma non ha negato il prestito con l'istituto di credito nella bufera.
Il tema dell'audizione di ieri era comunque la vigilanza del ministero del Tesoro e anche quella di Bankitalia, i cui vertici potrebbero essere convocati in un'altra audizione.
La linea di Grilli è stata quella di rassicurare sullo stato dell'istituto di credito, ma - soprattutto - allontanare il sospetto che il suo governo abbia varato un salvataggio pensato su misura di banchieri. Per Mps, ha assicurato, si tratta di «limitare i rischi sistemici mettendo al sicuro il risparmio dei correntisti», di interventi «a favore del management, ma a favore dei risparmiatori». Respinte le accuse di avere evitato alla banca più antica del mondo un fallimento certo. È stato solo, secondo il ministro, «un rafforzamento del capitale».
Grilli ha difeso la Banca d'Italia, che sulla vicenda senese ha svolto «una intensa attività di vigilanza che ha consentito di individuare e interrompere comportamenti anomali». E in seguito alle ispezioni del 2011, «ha avviato una procedura sanzionatoria nei confronti del management del Mps» e tale procedura «ad oggi è in fase conclusiva».
Poi la difesa dei Monti bond. Il ministro respinge l'accusa di un prestito a fondo perduto e senza vere sanzioni in caso di mancata restituzione. Se il Monte dei Paschi non dovesse essere in grado di rimborsare i 3,9 miliardi prestati dallo stato sotto forma di Monti Bond, «considerando il prezzo attuale dei titoli Mps, la quota del Tesoro salirebbe all'82% del capitale della Banca». Poi gli interessi che la banca deve corrispondere sono alti. Le condizioni sono «più svantaggiose rispetto a quelle stabilite nel 2008 per i vecchi strumenti», ha aggiunto. Dove i vecchi strumenti sono i Tremonti Bond.
In sintesi, tutto va bene. Il sistema è solido e la stessa banca senese è in grado di fare da sola. Non c'è bisogno di commissariarla. Potrebbe succedere in «caso di grave condizione finanziaria e di sostenibilità, ma in questo caso - ha aggiunto Grilli - l'analisi è positiva e le condizioni della banca non richiedono un commissariamento».
Nelle repliche, il segretario del Pdl Angelino Alfano ha chiesto una commissione di inchiesta e ha sottolineato l'anomalia di un istituto di credito, di fatto, governato da un partito politico. «Il Pd dice che non si occupa di banche. Ma dire questo vuol dire offendere l'intelligenza degli italiani». Giulio Tremonti ha attaccato Bankitalia e la «vigilanza che non ha funzionato». A chiedere un'audizione di governatori, compresa quella di Mario Draghi, è stata Italia dei valori con Francesco Barbato. Renato Brunetta, ha avanzato una proposta radicale: «Fermiamo questa erogazione di Monti bond, analizziamo cosa sta succedendo e, nel caso, nazionalizziamo Mps, azzeriamo i vertici di Banca e Fondazione che diventano quindi dello Stato». Ricetta opposta a quella di Grilli.

La difesa di Grilli in una lettera a Bloomberg: «Il prezzo indicato nell'atto di acquisto è compatibile con i parametri desumibili dai dati catastali». E sul mutuo: «Concesso sulla base della valutazione dell'immobile data dai periti alla banca»


Pochi giorni prima di Natale, il sito economico «Bloomberg» rivela che Grilli nel 2004 avrebbe comprato un appartamento a Roma a un prezzo inferiore al valore di mercato e con un mutuo - stipulato con Mps - superiore al prezzo d'acquisto

Commenti