"La moglie sparlava e lui ha dato spettacolo"

Il vicino di tavolo al ristorante conferma: "Il ministro rideva alle battute sulle persone legate al Cav"

Roma - «Sono un padre, un nonno, non voglio avere problemi». Riccardo Viviano è l'uomo che, con una lettera, ha rivelato a Libero la storia del pranzo di Fabrizio Saccomanni durante il quale i commensali sparlavano ad alta voce di Silvio Berlusconi. «E pensare che il ministro lo vedo spesso a Cetona. È una persona molto simpatica. Quando è senza scorta sembra felice. Dice ad alta voce: “Oggi mi sento libero”». Non sa nulla della smentita di Saccomanni. «Avrà detto che mi sono inventato tutto», dice. Se la fa leggere. E commenta: «È vero. È tutto vero. Non era lui a fare commenti pesanti su Berlusconi. Lui rideva alle battute degli altri commensali. Ed a quelle della moglie». La moglie? «Si, la moglie. Era la signora Saccomanni che alzava la voce a tavola, raccontando aneddoti ed episodi di persone vicine al presidente Berlusconi in modo non certo lusinghiero. Ridevano tutti. E si guardavano intorno, come a cercare consenso e solidarietà negli altri tavoli del ristorante». Tra l'altro, il locale in questione è quello più ricercato di Cetona: cucina tradizionale toscana e prezzi abbordabili. Il piatto più apprezzato sono le pappardelle. «Saccomanni le stava mangiando quando sono arrivato». Il signor Riccardo ha la tipica reazione di una persona delusa. «Io, sinceramente, ero molto infastidito da quegli schiamazzi e tal tono della conversazione. Tant'è che stavo per alzarmi per invitarli ad abbassare il tono. Poi mi sono fermato. Vado spesso in quel ristorante. Si mangia molto bene. Anche Saccomanni lo vedo spesso ai tavoli. Ma mai aveva dato spettacolo come sabato scorso». Viviano conferma che non è stato il ministro a pronunciare la frase (che ha scritto nella lettera a Libero): «Che bello vedere che a Berlusconi gli stanno facendo un culo come una capanna». E chi è stato? «Un commensale. Un personaggio famoso della finanza». Il nome. «Glielo dico, ma non lo scrive, ok?». Si tratta realmente di un banchiere che, una volta uscito dal pianeta della finanza, ha scoperto un grande interesse per l'arte. Per paradosso, in passato, il banchiere in questione è stato anche considerato un berlusconiano. «Lui? non è possibile: almeno in base a quel che diceva a tavola». E l'altro personaggio? «Non ricordo il nome, ma anche lui dev'essere un banchiere o qualcosa di simile. Devo aver visto la sua foto su qualche giornale od in televisione: è un personaggio famoso, ma non viene spesso a Cetona. Qui sono di casa Romiti e gli Agnelli. Ma quando s'incrociano in piazza od al ristorante, bisbigliano. Non fanno cagnara come hanno fatto Saccomanni ed i suoi amici».

Lei è berlusconiano? «Sì. E può anche aggiungere milanista. Ho scritto un mucchio di lettere al presidente Berlusconi, ma non mi ha mai risposto». Chiedeva favori? «Macchè! Criticavo la scelta di aver comprato Balotelli».

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