RomaNessuna irregolarità nella realizzazione degli impianti destinati ai Mondiali di nuoto a Roma nel 2009. I 19 imputati del processo sui presunti abusi edilizi che, a detta della Procura, sarebbero stati compiuti in alcuni dei circoli sportivi tra i più noti della capitale sono stati tutti assolti «perché il fatto non sussiste». Lo ha stabilito il giudice monocratico Marina Finiti.
Non ha retto dunque l'impostazione del pm Sergio Colaiocco, che contestando una serie di violazioni edilizie e paesaggistiche aveva chiesto la condanna di dieci imputati tra cui quella dell'ex presidente del consiglio nazionale dei lavori pubblici Angelo Balducci e dell'ex commissario straordinario dei mondiali di nuoto Claudio Rinaldi. «La morale di questo processo - spiega l'avvocato Titta Madia, che assiste proprio Rinaldi - è che la legge sui grandi eventi voluta da Berlusconi nel 2011 è legittima e correttamente applicata». Secondo questa legge in occasione di grandi eventi il Consiglio dei ministri nomina un commissario con pieni poteri che per realizzare le opere in tempi certi può agire in deroga ai vincoli urbanistici e paesaggistici. Nel corso del processo il pm ha sollevato una questione di legittimità costituzionale che è stata respinta. «Il giudice - sottolinea il penalista - ha stabilito che la legge sui grandi eventi è costituzionale e che Rinaldi ha agito legittimamente usando i suoi poteri di deroga». Assolti anche l'architetto Angelo Zampolini e gli imprenditori titolari delle strutture sportive e dei circoli coinvolti che nel 2009 finirono sotto sequestro. Impianti molto noti tra i quali il Salaria Sport Village e l'Acqua Aniene, il gioiello dell'attuale presidente del Coni Giovanni Malagò finito nel tritacarne come presidente del Circolo Canottieri Aniene amministrativamente responsabile della piscina ritenuta abusiva e già assolto lo scorso luglio dopo che la sua posizione era stata stralciata. «Il Salaria Sport Village era perfettamente regolare sia dal punto di vista amministrativo che da quello penale - afferma il legale della struttura, Cesare Placanica - e da ora in poi si deve affermare che non è stata fatta alcuna violazione per la realizzazione degli impianti». «Finisce così in un bolla di sapone un altro dei casi giudiziari che tanto avevano fatto gridare allo scandalo», si compiace l'assessore all'Urbanistica Marco Corsini. Insoddisfatto, invece, il presidente del Wwf Lazio Vanessa Ranieri: «Si tratta di uno sconcertante precedente».
Per un processo che si chiude con Angelo Balducci tra i protagonisti, un altro rischia di aprirsi sempre con il coinvolgimento dell'ex provveditore alle opere pubbliche: quello sulla «cricca» degli appalti. La Procura di Roma, infatti, ha chiesto il rinvio a giudizio di Balducci, dell'imprenditore Diego Anemone, dell'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso e di altre 15 persone.
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