«Lascia che ti spieghi la differenza tra Facebook e tutti gli altri: noi non 'crashamò MAI!».
Queste parole le pronuncia il Mark Zuckerberg cinematografico - alias Jesse Eisenberg in The Social Network diretto da David Fincher - ma riflettono una delle «fissazioni» più pressanti per il co-fondatore del social network più popoloso al mondo. Quella di non lasciare mai «offline», senza «amici» in rete, gli utenti (oggi oltre un miliardo): pena la disaffezione a cascata. Non è un caso che la clip oggi sia tornata virale: il «tilt» di ieri mattina di Facebook è il peggiore, e il più lungo, da ben quattro anni. In più, come se non bastasse, segue quelli recenti di altre piattaforme di sua proprietà: Instagram ma soprattutto WhatsApp.
Il blackout si è verificato intorno alle 10 ora italiana, ed è durato quasi un'ora, su scala globale, interessando sia la piattaforma web sia l'applicazione «mobile». A servizio ripristinato la compagnia ha ammesso il «down» e si è scusata ma non ha fornito dettagli o motivazioni.
Fra protesta e ironia come sempre i social paralleli - Twitter ma anche Google+ - sono diventati la valvola di sfogo degli 'orfanì di Facebook, registrando picchi di accesso.
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