Per il momento sono soltanto parole. Sulla carta non è stato ancora messo nulla. Ad ogni modo, per il presidente del Consiglio Mario Monti "non c’è dubbio che occorrerà ridurre la pressione fiscale" . Tuttavia, è lo stesso Professore a mettere le mani avanti spiegando che "ci sono dei limiti e una dinamica temporale attraverso cui questa cosa sarà possibile". Detto da un governo che, nel giro di un anno, ha riempito gli italiani di tasse, imposte e balzelli, la dichiarazione di intenti stona e rischia di apparire vana.
Intervenendo agli Stati Generali del Centro Nord, il premier si è augurato che "il 2013 possa essere l’anno di uno straordinario investimento in capitale umano, da parte di tutte le forze del Paese, soprattutto per sostenere i giovani". "Se lo Stato da solo non ce la fa, non vuol dire che non ce la facciano gli italiani insieme", ha continuato Monti secondo insistendo, ancora una volta, sul fatto che "le politiche economiche del governo" non sono la causa "dei fenomeni negativi che vogliamo rimuovere" come la recessione e la disoccupazione. "Io sono molto sensibile al problema disoccupazione - ha aggiunto - ma non ritengo che il governo potesse fare diversamente da quello che ha fatto". Il problema dell'eccessiva pressione fiscale risulta, però, il principale freno allo sviluppo del sistema Italia e, di conseguenza, al sempre più elevato tasso di disoccupazione. Le tasse elevate e la burocrazia stanno, infatti, mettendo in ginocchio la crescita del Belpaese e, giorno dopo giorno, scoraggiano sempre di più le imprese straniere a investire in Italia. Secondo un recente studio della Confcommercio, infatti, la pressione reale avrebbe raggiunto la soglia drammatica del 55%. Basta dare un'occhiata alle ultime stangate approvate dal governo Monti. Una su tutte: l'Imu. Secondo un calcolo della Uil, l'imposta potrebbe arrivare a costare fino a 1200 euro. A fronte di tutto questo le dichiarazioni di Monti e il buon proposito di abbassare le tasse risultano vani.
Monti ha insistito anche sulla lotta all’evasione: "Va affinata e migliorata".
Secondo il premier, "vanno evitati eccessi ma è una guerra che deve proseguire e vorrei che la classe politica avesse un senso di urgenza in questo senso così come per la legge elettorale". Nei confronti dell’obbligo fiscale, Monti ha spiegato che "non sempre è stato utilizzato un linguaggio per aiutare il cittadino, non basta la sola parola tasse".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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