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Mostri in Mostra: se al cinema è gara di perversi

Orchi, necrofili, pedofili, folli. Troppi mostri in questa Laguna

Una Mostra di mostri. Di orchi. Di padri depravati e uomini abbietti. Siamo al sesto giorno di festival e abbiamo già assistito a una variegatissima sfilata delle peggiori perversioni. Il brutto deve ancora venire, si teme. Ma intanto ogni giorno l'asticella si alza e il limite del tollerabile si sposta sempre più in là. Quasi in una gara parallela a quella per il Leone d'oro. Anche ieri con Miss Violence del greco Alexandros Avranas, ispirato a una storia realmente accaduta in Germania, si è aggiunto un nuovo capitolo.

Un padre induce e sfrutta la prostituzione di sua figlia con la quale consuma anche un rapporto incestuoso. Di fronte agli eccessi di realismo qualche critico ha dovuto frenare la tentazione di uscire dalla sala. La storia di Tom à la ferme che vedremo oggi, firmata dal ventiquattrenne canadese Xavier Dolan, il più giovane esordiente in concorso al Lido, si basa sulla scoperta da parte del protagonista che la madre del suo ex compagno, di cui si è appena celebrato il funerale, non sapeva che il figlio era omosessuale.

Restando in tema, persino l'ex maghetto nerd Daniel Radcliffe, star di giornata ieri al Lido, si fa sodomizzare nei panni di Allen Ginsberg di Giovani ribelli. Robetta. Perché il campionario è ben più estremo. Dopo le violenze domestiche e il femminicidio nel paesino della Germania, spesso patria del peggio, in Joe s'è visto un altro padre degenere consegnare la figlia adolescente nelle mani di due violenti per trarne il guadagno necessario al suo alcolismo. Poi abbiamo seguito la lenta discesa agli inferi del feroce necrofilo rappresentato, pur in forma di metafora, da James Franco. Probabilmente ci penserà Kim Ki-duk, vincitore della Mostra 2012 con il truculento Pietà, a mettere tutti d'accordo aggiudicandosi il Leone d'oro per le turpitudini della 70ª Mostra. Nel suo Moebius, all'ormai abituale incesto il regista coreano ha aggiunto un'auto-castrazione maschile a scopo di espiazione. Difficile gli sfugga il successo. Però, mai dire mai. Come se già non sapessimo di cosa siamo capaci noi umani, tra registi e celebrati cineasti c'è un certo gusto morboso nel rappresentare la malvagità. E dunque, chissà: l'asticella può continuare a salire.

E l'umore a precipitare.

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