Politica

"Mussari è un uomo del partito" Le telefonate incastrano il Pd

Un'informativa dei carabinieri svela il rapporto strettissimo tra l'ex presidente Mps e l'ex sindaco Ceccuzzi. I due parlavano di politica, banche e strategie da adottare

L'ex presidente del Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Mussari entra in Procura
L'ex presidente del Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Mussari entra in Procura

Ecco la prova dell'asse Mussari-Pd. Fra le carte di un'inchiesta indirettamente collegata al Monte dei Paschi e concernente l'affidamento del ristorante senese «Millevini» dell'ente pubblico «Enoteca italiana» a una società (la Montenegro Srl) riconducibile al figlio del fantino Andrea «Aceto» Degortes, esce il riscontro del patto d'acciaio tra il partito di Bersani e la banca rossa che più rossa non si può. E soprattutto escono comprovati i rapporti di un certo tipo fra l'ex presidente dell'istituto di credito Giuseppe Mussari (molto amico di «Aceto jr») e l'ex sindaco Pd Franco Ceccuzzi, ricandidato a sindaco dal Pd nazionale come faccia «nuova» del partito nella città del Palio, costretto però a rinunciare alla corsa per un avviso di garanzia relativo al crac del pastificio Amato, avviso ricevuto in tandem con l'onnipresente Mussari.

«ACCORDI SU TUTTO»

Stando a un'informativa dei carabinieri di 27 pagine, riassuntiva di un bel po' di intercettazioni disposte sull'utenza di Mussari tra il gennaio e l'aprile 2010, la coppia si confrontava «pressoché quotidianamente sui temi politici nazionali e locali e in particolare quindi sulle decisioni da assumere in seno alla banca» con tutto ciò che ne consegue a livello di amministrazione della città perennemente in mano alla sinistra. Il fascicolo aperto dal pm Natalini, già nel pool che indaga su Antonveneta ha riguardato non solo l'affidamento della gestione del ristorante «Millevini» ma alcune verifiche preliminari sulla vendita di appartamenti da parte della «Valorizzazioni immobiliari», già controllata Mps, che con escamotage avrebbe garantito «garanzie preferenziali» a persone orbitanti intorno al «gruppo politico imprenditoriale» conosciuto, per l'appunto, come «gruppo della Birreria».

QUEI LEGAMI COL PD

Nell'inchiesta ci son finiti dentro i figli di «Aceto», Antonio e Alberto Degortes, e avvisi di garanzia sono piovuti all'indirizzo del presidente dell'Enoteca italiana, Claudio Galletti, al direttore Fabio Carlesi, e alla compagna di Antonio Degortes. L'ipotesi di reato è concorso in «turbata libertà degli incanti» rispetto alle presunte anomalie verificatesi nelle procedura di affidamento «non in evidenza» e senza gara. A pagina 5 dell'informativa dei carabinieri ecco uscire la bomba politica: «Le intercettazioni hanno messo in evidenza come in quel periodo l'avvocato Giuseppe Mussari, espressione dell'anima diessina del Partito democratico, si confrontasse pressoché quotidianamente su temi politici nazionali e locali, e in particolare quindi sulle decisioni da assumere in seno alla banca da egli presieduta, con i conseguenti riverberi sulle amministrazioni e imprese ad esse collegate, con l'onorevole Franco Ceccuzzi (nelle note definito già deputato con l'Ulivo e col Pd, che a maggio 2012 ha annunciato le dimissioni legate principalmente alla crisi finanziaria che ha colpito Mps)».

ANIME DIVERSE NEL PARTITO

Le stesse intercettazioni - continuano i carabinieri - avevano messo in luce «come gli argomenti cardinali delle conversazioni fra il presidente dalla Banca Mps e l'onorevole del Partito democratico fossero il difficile equilibrio tra le due anime del partito, quella di loro riferimento e quella minoritaria di provenienza ciellina soprattutto in relazione alla candidatura a sindaco di Siena proprio del Ceccuzzi alle elezioni 2011».

L'ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI

A forza di sentire telefonate i militari dell'Arma annotano come «numerosissime appaiono le conversazioni tra Mussari, Ceccuzzi, Antonio Degortes, Mauro Rosati (membro del Cda di Antonveneta, ndr) e Andrea Bellandi (socio della Birreria in piazza del Campo, ritrovo di Mussari & Co, ndr), personaggi accomunati da forti interessi economici ed impegnati tra l'altro, insieme all'avvocato Roberto Martini, nell'attività della neonata associazione culturale Per Siena» che nelle intenzioni dovrebbe essere apartitica e invece, per gli inquirenti, promuoveva l'ascesa di Ceccuzzi a sindaco di Siena.

LA CAMPAGNA ELETTORALE

Al telefono Mussari e Ceccuzzi intensificano gli sforzi. Parlano del «destino politico del sindaco Pd uscente Maurizio Cenni e della candidatura di Ceccuzzi alla successione». Si soffermano sulle iniziative dei vari Bellandi e Rosati e di altri personaggi iscritti all'associazione «e l'onorevole pare interessato a raccogliere consensi trasversali per la propria candidatura anche sostenendo le attività della compagine associativa».

Tutto questo per concludere che «la presenza a Siena di un gruppo politico-economico facente riferimento a Mussari» e al «gruppo della birreria» spingeva per la candidatura dell'onorevole Ceccuzzi, «cui seguivano discutibili nomine a seguito del suo successo elettorale».

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