Napolitano disponibile a incontrare il M5S nonostante le accuse ricevute

Nel ribadire che le modifiche al Porcellum vanno fatte entro il 3 dicembre, il Capo dello Stato mostra il ramoscello d'ulivo nonostante "gli attacchi scorretti e perfino ingiuriosi"

Napolitano disponibile a incontrare il M5S nonostante le accuse ricevute

Il Movimento 5 Stelle non ha mandato giù il fatto che il Capo dello Stato abbia convocato al Quirinale, per discutere della riforma della legge elettorale, i capogruppo della maggioranza. E proprio per questo motivo l'M5S ha chiesto l'impeachment dell'inquilino del Colle. Giorgio Napolitano, però, prova a smorzare i toni. "Si ricorda che la Presidenza della Repubblica ha sempre, e anche di recente, accolto richieste di incontro da parte del Movimento 5 Stelle - si legge in una nota - benché spesso accompagnate da attacchi scorretti e perfino ingiuriosi al Capo dello Stato". Il presidente, che nei prossimi giorni incontrerà una delegazione della Lega, prende atto "con rammarico della decisione del Movimento 5 Stelle di declinare l’invito anche ad esso rivolto" per affrontare il tema della legge elettorale, come fatto ieri in un incontro "a carattere puramente informativo e ricognitivo", con gli esponenti della maggioranza, e oggi con quelli di Sel e Fdi.

Napolitano ribadisce l’urgenza che le Camere modifichino il Porcellum prima dell’intervento della Consulta previsto il 3 dicembre: "Prima dell’udienza della Corte costituzionale, il Parlamento affermi il ruolo suo proprio intervenendo almeno a modificare la legge vigente", si legge nella nota. Il capo dello Stato ha ritenuto e ritiene suo dovere adoperarsi per evitare che ci sia una "una sovrapposizione, sul delicato tema della legge elettorale, tra due istituzioni fondamentali, il Parlamento e la Corte costituzionale".

Il Quirinale intende farlo, prosegue la nota, "sollecitando in primo luogo le forze di maggioranza per la loro prevalente responsabilità, ma egualmente le minoranze, e dunque tutte le forze politiche, perché rapidamente, prima dell’udienza già fissata per il 3 dicembre dalla Corte costituzionale, il parlamento affermi il ruolo suo proprio intervenendo almeno a modificare la legge vigente nelle norme su cui la Consulta ha già espresso più di una volta serie riserve di costituzionalità".

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