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Napolitano sul ring: difende Grasso per sostenere il governo

Da Zagabria il capo dello Stato cerca di contenere le polemiche che minano le larghe intese. Dopo aver difeso l'operato di Saccomanni, prende le parti anche di Grasso

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Dal Colle appoggio incondizionato al governo. Dopo aver difeso il premier Enrico Letta e il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni sul programma economico, Giorgio Napolitano si affretta a soccorrere pure il presidente del Senato Pietro Grasso che ieri si era apertamente opposto alla riforma della giustizia attaccando frontalmente il Pdl. Tocca al capo dello Stato, insomma, tamponare, pacificare e calmare le fibrillazioni che da giorni stanno scuotendo l'esecutivo. Nell'aria monta la sfiducia nei confronti di un governo che, a detta di molti, tentenna eccessivamente.

Un messaggio magari non esplicito, ma chiaro nei confronti di quella parte del "fronte interno" che segue con ostentato scetticismo gli sforzi del governo per mantenere un difficile equilibrio tra equilibrio dei conti (senza sfasciarli) e necessità di agire, anche in ambito europeo, per aiutare crescita e occupazione. Napolitano è a Zagabria, da oggi 28ma stella nella bandiera azzurra dell’Unione Europea, mentre in Italia infiammano le polemiche di quanti non riconoscono all’esecutivo particolari meriti né all’estero né nella gestione dell’economia. Ed è proprio da Zagabria che arriva il "soccorso rosso" del presidente della Repubblica. Le prime precisazioni sono arrivate già ieri riconoscendo a Letta di aver "imboccato una strada che era urgente imboccare". Napolitano ha, infatti, zittito Matteo Renzi, che aveva accusato il premier di "andare avanti a piccoli passi", e ha difeso l'operato di Saccomanni: "Il ministro ha dimostrato in modo puntuale quello che si poteva fare e quello che si può fare, naturalmente senza pensare di avere la bacchetta magica". Ma i mal di pancia nei confronti del titolare dell'Economia non investono solo una parte del Pd, ieri sera anche Monti si è messo a criticare apertamente l'esecutivo minacciando di togliere il sostegno di Scelta civila qualora Letta non dovesse optare per un "cambio di marcia". Dichiarazioni che non sono affatto piaciute al capo dello Stato che oggi è tornato a "parare" i colpi tesi ad affondare il premier. "Faccio molta fatica a prestare a Monti un volto minaccioso. Penso che voglia giocare un ruolo di stimolo", ha spiegato il primo inquilino del Colle ribandendo che è necessario "operare con serenità prescindendo dalle polemiche politiche".

Nonostante gli appelli di Napolitano alla "serenità", la settimana del governo inizia tutta in salita. È stato, infatti, il fine settimana degli agguati e delle invasioni di campo col governo che è finito sotto attacco su più di un fronte. Oltre alle minacce di Monti, Letta ha assistito impassibile mentre Grasso si toglieva la divisa da arbitro per opporsi alla riforma della magistratura. La presa di posizione mossa dalle colonne di Repubblica ha infastidito il Pdl che ha invitato la seconda carica dello Stato a essere super partes. Se ieri ha evitato di commentare la polemica, oggi Napolitano si è schierato dalla parte dell'ex procuratore nazionale antimafia: "Sono opinioni personali, ma legittime vedute sulle quali chiunque di noi può pensarla diversamente, forse anch’io...". Quindi la stoccata finale: "Non vedo invasioni di campo". Mentre le affermazioni di Grasso gli possono essere sembrate legittime, Napolitano è tornato a mettere in chiaroche chi sfascia, se ne assumerà la responsabilità.

Vale per la tenuta del governo, vale anche per le riforme. E, a sinistra, in molti hanno fatto notare che, se il governo dovesse cadere in parlamento, Napolitano troverà sicuramente un'altra maggioranza che lo sostenga.

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