Nelle Marche c'è un altro indagato nel Pd. FdI attacca: "Ora Conte che fa?"

Il consigliere regionale del Pd nelle Marche, Renato Claudio Minardi, è indagato nell'ambito dell'inchiesta sui fondi europei

Nelle Marche  c'è un altro indagato nel Pd. FdI attacca: "Ora Conte che fa?"
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Si complica la situazione del centrosinstra nelle Marche. Ora il Pd ha un suo candidato indagato nell'ambito dell'inchiesta sui fondi europei che, come ricorda Il Resto del Carlino, riguarda anche altre cinque persone per corruzione, indebita percezione di erogazioni pubbliche per l’agricoltura e malversazione per circa 300.000 euro ai danni dello Stato.

L'indagato dem finito è il consigliere regionale Renato Claudio Minardi, che è finito sotto accusa insieme al presidente del Consorzio apicoltori della Valdaso, al presidente facente funzioni protempore e a due tecnici amministratori. “Non sono in alcun modo a conoscenza di fatti e/o procedimenti a mio carico. Mi riservo pertanto ogni azione a tutela della mia immagine e onorabilità”, è stato il commento scritto sui social dal consigliere regionale, mentre Fratelli d'Italia è partita all'attacco.

"Ormai la sala d'aspetto dell'avvocato Giuseppe Conte, sempre più del Pd che del popolo, si sta facendo sempre più affollata", dice il senatore di Fratelli d'Italia, Raffaele Speranzon, vicepresidente vicario del gruppo. Che poi aggiunge: "Insomma, non c'è che dire ormai a furia di chiudere gli occhi Giuseppe Conte dovrà andare in giro per le Marche ben accompagnato". Il senatore meloniano, infatti, ironizza sul fatto che il leader del M5S, oltre alla vicenda di Affidopoli e quella sull'ufficio personale nel Palazzo della Provincia di Matteo Ricci, adesso dovrà chiudere gli occhi anche sul consigliere indagato sui fondi europei. "E se Conte chiude gli occhi, Marco Travaglio chiude la bocca e blocca la mano visto che non c'è un rigo sul suo giornale su queste vicende", prosegue Speranzon che, poi, chiosa: "Chissà cosa ne pensano gli elettori Cinquestelle, quelli di 'onestà, onestà', ormai sempre di meno rispetto alla folta clientela dell'avvocato Conte".

La senatrice Elena Leonardi, coordinatrice regionale di Fratelli d'Italia nelle Marche, batte sullo stesso tasto: "Dopo essersi rimangiati praticamente tutte le loro battaglie caratterizzanti, i cinquestelle si apprestano ormai a dover rinunciare miseramente anche all'ultima ridotta del grillismo, ovvero al severo piglio giustizialista. A sancirne il tramonto sono le inchieste che giungono dalle Marche a meno di due mesi dalle elezioni regionali". Leonardi poi ribadisce: "Come prevedibile, Giuseppe Conte resta in silenzio, ma gli elettori cinquestelle saranno disposti a ingoiare anche quest'altro rospo? Questa vicenda fa emergere la differenza tra chi, come il M5S, è giustizialista a seconda della convenienza e chi, come invece siamo noi di Fratelli d'Italia, mai tradisce il proprio approccio garantista".

Il deputato marchigiano di Fratelli d'Italia, Antonio Baldelli, premette: "Noi lo ribadiamo con chiarezza: le indagini giudiziarie non devono riguardare la politica e fino a sentenza definitiva l'unico giudice che deve contare è la magistratura". Anche Baldelli insiste sull'ipocrisia dei pentastellati e si chiede se "Giuseppe Conte guarderà anche in questo caso le carte delle indagini, come ha fatto per Ricci, per poi concedere la sua personale assoluzione" o se "preferirà tacere, continuando a impartire agli altri lezioni di etica e morale?".

E ancora: "E cosa dirà al suo elettorato dopo aver fatto dell'onestà il leitmotiv del movimento? E Travaglio sarà costretto a scrivere, a malavoglia, un altro fondo giustificatorio su Affidopoli per difendere Conte?". Il deputato, poi, chiosa: "Per fortuna i marchigiani sanno distinguere e, con Francesco Acquaroli, continueremo a lavorare per una regione che merita concretezza e serietà".

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