Elezioni Regionali 2023

"Non c'è nessun margine". Porta in faccia 5S al Pd in Lazio

Dopo l'apertura di Alessio D'Amato ad un ritorno del campo largo nel Lazio arriva il "no" di Donatella Bianchi: "Non ci sono margini per un accordo con il Pd"

"Non c'è nessun margine". Porta in faccia 5S al Pd in Lazio

Le elezioni regionali del Lazio sono uno spartiacque decisivo sia per la maggioranza sia per l’opposizione. Per il momento, all’interno del presunto “fronte progressista”, la confusione regna sovrana. L’assessore della Sanità uscente e candidato di Pd e Terzo Polo, Alessio D’Amato, ieri ha lanciato un appello al Movimento 5stelle, intenzionato a correre da solo. Oggi, sulle colonne del Fatto Quotidiano, arriva il niet di Donatella Bianchi ad un ritorno del “campo largo” nel Lazio.

L'apertura di D'Amato

È arrivata nella serata di ieri l’apertura di Alessio D’Amato all’accordo con i penta stellati. Le parole del candidato del Pd, forse caratterizzate dalla paura di una sconfitta cocente, cercano di riavvicinare Conte al Pd, almeno nel Lazio. “Da parte mia le porte sono sempre aperte - ha esordito D’Amato - anche per un ticket in extremis”. Un accordo all’ultimo minuto insomma. Forse dettato da una benevolenza sincera verso i grillini oppure, più verosimilmente, dalla consapevolezza di una sconfitta preannunciata. I sondaggi, infatti, parlano chiaro: Francesco Rocca, il candidato di centro destra, è destinato a vincere grazie alle divisioni dell’altro campo. Per il Partito democratico, correre senza i compagni grillini, equivarrebbe a schiantarsi ancora prima della campagna elettorale.

Ad invocare un ritorno al “campo largo”, in perfetto stile regionale, è l’intellighenzia della galassia rossa. Come scrive oggi su IlGiornale Alberto Giannoni, la sinistra prende come pretesto le elezioni regionali del Lazio per dare sfogo alla solita ossessione per le “destre”. E, come se non bastasse, la sinistra da salotto propone la versione 2.0 del CLN: un nuovo Comitato di liberazione nazionale per sconfiggere la coalizione di centrodestra. Da Luciana Castellina a Fabrizio Barca, da Tommaso Montanari al premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi. Questi, tra gli altri, sono gli intellettuali di sinistra schierati a favore del vecchio-nuovo “campo largo”.

Il "no" di Donatella Bianchi

Ieri, a fronte di tutta questa pressione, a far rumore era il silenzio del Movimento 5stelle. Il “no comment” sulle dichiarazioni di D’Amato e sulle pressioni degli intellettuali di sinistra viene interrotto questa mattina. Donatella Bianchi, la diretta interessata, boccia l’ipotesi di un ritorno al “campo largo”. Interpellata dal Fatto Quotidiano, la candidata del Movimento 5stelle non lascia spazio ad alcun ripensamento: “Non ci sono margini” per l’alleanza con il Pd nel Lazio. La conduttrice di Linea Blu e già presidente del Wwf chiude le porte ad Alessio d’Amato e al Partito democratico. “Non è questione di poltrone ma di intese sui programmi. Giuseppe Conte aveva chiesto di parlare delle cose da fare ma come risposta ha ottenuto una fuga in avanti su un candidato”. Non manca una stoccata agli intellettuali di sinistra che l’accusano di voler regalare il Lazio alle destre:“Noi siamo stati coerenti ma non siamo stati ascoltati. Ora se qualcuno vuole fare un passo indietro è padrone di farlo”.

Il nodo termovalorizzatore

Un rimpallo di accuse tra dem e grillini che di certo non aiuterà gli elettori di sinistra chiamati alle urne tra poco più di un mese. Ma a mettersi di traverso tra i due partiti è una questione annosa: il termovalorizzatore. Ed è la stessa Donatella Bianchi, incalzata dal Fatto Quotidiano, a confermarlo: “Il Pd vuole un inceneritore, cioè un impianto che costerà tantissimo a tutti i cittadini e che quando sarà ultimato, tra 6 o 7 anni, sarà già obsoleto”. Il Movimento 5stelle non vuole cedere sul termovalorizzatore e la candidata grillina tiene il punto:“Servono soluzioni diverse dall’inceneritore, a cominciare dall’organizzazione della raccolta dei rifiuti”. Al di là delle questioni programmatiche la linea di Conte, con il passare delle ore, sembra definirsi. Nella Regione Lazio, il Movimento dell’ex avvocato del popolo, consapevole dei sondaggi che lo danno già sconfitto, vuole “rubare” più voti possibili ad un Partito democratico senza leadership.

E ultimare, a livello nazionale, l’obiettivo politico di lungo termine: guidare il fronte progressista a discapito del Pd.

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