Niente rincaro Iva, c'è l'asse Pdl-Pd

Brunetta: "In arrivo un decreto contro l'aumento di ottobre". Il viceministro Fassina d'accordo: "Da evitare l'effetto recessivo"

Niente rincaro Iva, c'è l'asse Pdl-Pd

Roma - Sul Fisco si ricostituisce la «strana coppia». Renato Brunetta e Stefano Fassina, ancora una volta, dalla stessa parte della barricata. Dopo la battaglia per il calcolo del gettito Iva determinato dal rimborso dei debiti della pubblica amministrazione, è ora la volta sull'eliminazione dell'aumento dell'aliquota Iva.
«A giorni ci sarà un decreto: stabilirà che ad ottobre non aumenterà l'Iva. Il provvedimento conterrà anche la relativa copertura. Ve lo dico per certo, è una garanzia», anticipa Brunetta. Che aggiunge: «C'è l'impegno del governo e delle forze di maggioranza a non far aumentare l'Iva a ottobre. Poi nella legge di stabilità - aggiunge - ci sarà la riforma complessiva della tassazione Iva».

Dello stesso parere anche Fassina. «L'aumento dell'Iva sarebbe molto negativo. Avrebbe un effetto recessivo molto pesante, va evitato», conferma il viceministro all'Economia. E se dovesse scegliere tra un intervento sul cuneo fiscale e l'aumento dell'aliquota Iva, Fassina non ha dubbi: «Scelgo il non aumento dell'Iva».
Se l'Unione europea è perplessa per il sistema di copertura della cancellazione della prima rata dell'Imu, ancora di più lo sarà sulle manovre relative alle aliquote Iva. Ollie Rehn, commissario Ue, dice apertamente in un'intervista di non aver ancora compreso a chi verrà applicata e con quali aliquote la service tax, chiamata a sostituire l'Imu. Sull'Iva non si pronuncia.

Ma l'orientamento della Commissione sull'imposta è - da sempre - conservativo. L'Iva è la base di calcolo del contributo che ogni Stato membro versa a Bruxelles per alimentare il bilancio Ue. E l'annuncio di Brunetta di un riordino complessivo della tassazione Iva comporta automaticamente un negoziato europeo per ridefinire aliquote e scaglioni. Il governo sembrerebbe intenzionato ad avviarlo, garantendo alla Commissione l'invarianza del gettito Iva; così da non modificare il contributo italiano a Bruxelles. Una cosa è certa: scaglioni ed aliquote dell'imposta sui consumi possono modificare l'andamento di interi settori. Un esempio su tutti: il settore del turismo in Spagna ha aliquote più basse di quelle applicate in Italia. Ma per modificarle bisogna chiedere l'autorizzazione alla Ue.

E dall'Unione europea non arrivano, al momento, buoni segnali. Ed all'atteggiamento di Bruxelles, replica Fassina. «Mi piacerebbe - dice il viceministro all'Economia - che Rehn pensasse agli errori che la Commissione europea ha commesso in questi anni. In 5 anni di profonda recessione il debito pubblico nell'Eurozona è aumentato di 30 punti percentuali». Secondo Fassina, la Commissione Ue «dovrebbe fare una riflessione molto approfondita. Altrimenti, corre il rischio di compromettere il futuro dell'Unione europea».
In particolare, al centro delle osservazioni di Fassina c'è l'indiretto invito del commissario Ue all'Italia di introdurre una manovra economica di correzione del deficit di quest'anno. A chi domanda a Brunetta se servono o meno interventi correttivi, il presidente dei deputati pdl risponde: «Chiedete a Saccomanni, i dati li ha lui. È lui che governa il Tesoro. Ma mostra opacità». Ed aggiunge: «Mostrare opacità non fa mai bene alla credibilità».


La prossima settimana, il governo presenterà la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Dalle tabelle emergerà l'andamento della finanza pubblica. Al momento, salvo sorprese, il deficit di quest'anno viaggia tra il 3,2/3,4% del Pil.

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