I britannici scagionano i nostri 007: "Non sono in grado"

Secondo le spie inglesi, i nostri servizi segreti sono i peggiori perché divisi internamente e con le mani legate dalle leggi. Quindi non avrebbero colpe nello scandalo Nsa

I britannici scagionano i nostri 007: "Non sono in grado"

Inadeguati, quindi innocenti. È la motivazione che scagionerebbe - senza però far loro un grande favore - i servizi segreti italiani nell'affaire Datagate. Nella pagella stilata dagli 007 britannici del Gchq (l'agenzia di spionaggio elettronico gemella della statunitense Nsa) infatti le nostre spie sono all'ultimo posto. I motivi? Sono "divise" tra di loro e le leggi italiane "legano loro le mani". Lo riferisce il Guardian, secondo cui gli agenti britannici - abituati come quelli americani ad avere accesso senza limiti alle comunicazioni degli altri Paesi - hanno espresso "frustrazione" per le "frizioni interne" tra le agenzie italiane (Aise e Aisi) e i limiti imposti dalla legge alle loro attività.

Il Gchq ha gestito alcune attività di antiterrorismo in collaborazione con i nostri 007 e ha avuto discussioni in particolare sulla sicurezza di internet con entrambe le agenzie di intelligence, scoprendo che i servizi italiani non sono coordinati e si sarebbero dimostrati "non in grado o non intenzionati a collaborare tra di loro", come si legge nel rapporto dei britannici. In un aggiornamento di sei mesi dopo il Gchq lamenta di essere ancora in attesa di "una risposta dall'Aisi (il controspionaggio civile, ndr) su una recente proposta di collaborazione. Gli italiani si sono dimostrati ansiosi di collaborare, ma gli ostacoli legali potrebbero aver ostacolato la loro capacità di rispettare l'impegno assunto".

Nelle attività di spionaggio al centro dello scandalo Nsa quindi, l'intelligence italiana non avrebbe voluto o potuto entrare. Sul Guardian gli 007 del Gchq elogiano invece la collaborazione, apparentemente priva di ostacoli o complicazioni, dei colleghi di Germania, Francia, Spagna e Svezia.

Ma i nostri servizi non ci stanno. Dal loro punto di vista infatti i documenti di Edward Snowden pubblicati dal Guardian chiariscono che le spie italiane “sono più garantiste” di quelle di altri Paesi e che “non sono disponibili ad andare al di là di quanto previsto dall’ordinamento”. Così si difendono fonti della nostra intelligence, commentano le critiche attribuite dal quotidiano inglese al servizio inglese Gchq. Quanto al fatto che i servizi italiani sarebbero “litigiosi e incapaci” di collaborare, le stesse fonti sottolineano come probabilmente si tratti di una “valutazione datata”, che si riferisce al periodo antecedente alla legge di riforma del 2007, che ha ridisegnato le competenze delle Agenzie.

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