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"La norma sui 'Bangla-cash' & C. metterà fine a tante ingiustizie"

Parla Francesca Tubetti: l’invio di denaro varrà a fini fiscali per l’Isee Flussi

"La norma sui 'Bangla-cash' & C. metterà fine a tante ingiustizie"
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«Con questa norma poniamo fine alle ingiustizie verso chi sceglie di mantenere i propri risparmi in Italia e in Unione europea». Francesca Tubetti, senatrice di Fratelli d'Italia, spiega che il suo emendamento inserito nella manovra sui money transfer non è una tassa aggiuntiva che tocca le tasche dei contribuenti, ma mira a eliminare gli squilibri finora esistenti nelle dichiarazioni Isee.

Cosa prevede il suo emendamento?

«Dopo un anno di intenso lavoro, finalmente, si conclude un percorso che ci ha permesso di stabilire che le rimesse in denaro non accompagnato, i cosiddetti 'Money Transfer', devono essere nella componente patrimoniale da tenere in considerazione ai fini della determinazione dell'Isee per la concessione di agevolazioni fiscali e benefici assistenziali. In buona sostanza i soldi inviati all'estero con money transfer non saranno più considerati come soldi spesi, ma come fondi risparmiati ai fini fiscali. Non si tratta, dunque, assolutamente di una nuova tassa».

Quali saranno gli effetti di questa misura in termini pratici per i cittadini?

«Il mio emendamento eviterà che alcuni cittadini siano avvantaggiati rispetto ad altri nelle graduatorie per l'accesso alle case popolari o agli asili oppure per quanto riguarda le tariffe delle mense o bonus di altro genere. È una norma che incide molto sulla concessione di agevolazioni fiscali e di benefici assistenziali».

Quando si parla di money transfer, quindi, si parla di cifre molto ingenti?

«Secondo i dati di Bankitalia, dal nostro Paese, solo nel 2023, sono usciti 8 miliardi e 178 milioni di euro. Nel 2024, invece, questa cifra è salita a 8 miliardi e 300 milioni. Nel 2024 da Venezia verso il Bangladesh sono transitati circa 80 milioni, mentre dalla provincia agricola di Latina sono stati bene 50 i milioni diretti verso l'India. Emblematico anche il caso dalla provincia di Gorizia da dove, solo nel 2023, sono partiti per il Bangladesh ben 26 milioni di euro. Ovviamente, se guardiamo città come Roma o Milano, le cifre sono ancora più importanti. È un fenomeno molto diffuso».

Non teme che il suo emendamento possa essere giudicato discriminatorio nei confronti degli immigrati extracomunitari?

«No, questa norma non ha un intento discriminatorio o punitivo nei confronti di una specifica categoria di persone. Come tutte le leggi ha valenza erga omnes e, infatti, colpisce anche chi decide di portare i suoi risparmi in Svizzera. Anzi, in quel caso, spesso si parla di evasione fiscale. La realtà è completamente diversa da come si vuol dipingere: l'intento è quello di eliminare una discriminazione che puniva i cittadini che hanno sempre mantenuto i propri risparmi nel nostro Paese e nell'Ue. Tutte persone che hanno fatto fatica a mettersi qualcosa da parte, ma ora, finalmente, questa ingiustizia viene definitivamente sanata».

Perché ha deciso di presentare un emendamento alla manovra e non una proposta di legge ad hoc su questo tema?

«Ho presentato diverse proposte in questo anno, le quali sono andate attraverso pareri ed interlocuzioni ad affrontare lo specchio della situazione reddituale.

La realtà è che una rivoluzione così impattante sia solo analizzabile in un sistema articolato come la legge di bilancio. La legge di bilancio detta le linee e in questi anni si è lavorato per incentivare il risparmio in Italia».

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