«Faccio i complimenti al Giornale. Il Servizio civile è nato nel 2001, ha coinvolto oltre duecentomila giovani, è una storia straordinaria, però presenta luci e ombre».
Appunto, il «Giornale» ha colto le ombre.
«E infatti ai primi di settembre presenterò in Consiglio dei ministri la riforma del settore». Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Servizio civile, procede a passi spediti: posso dire che i primi cambiamenti si vedranno già nelle prossime settimane».
A cosa si riferisce?
«Con una nostra direttiva, non sarà più lUnione italiana ciechi a valutare se dare laccompagnamento ai non vedenti».
E chi deciderà?
«Saremo direttamente noi. È strano che ci siano 107 persone con i requisiti per ottenere laccompagnamento a Napoli e una soltanto a Bergamo. Certi numeri sono sospetti: dora in poi gli esami li faremo noi».
Resta il problema di fondo: un terzo dei volontari arriva dalla Campania e dalla Sicilia. Come mai?
«Anche questo dato, da voi sottolineato, preoccupa il mio ufficio».
E allora come modificare un Servizio civile che divide e non unisce lItalia?
«Le cause sono molteplici, e però cè un elemento importante da non trascurare».
Quale?
«I giovani del Nord simpegnano meno, hanno una spinta minore, per dirla tutta non coprono nemmeno tutti i posti disponibili».
Dal Sud, in particolare dalla Calabria, arrivano però situazioni quasi incredibili. Come spiega Conflenti, Panettieri e Falerna?
«Futura, lassociazione che opererà in quei comuni, aveva presentato 107 progetti. Ne sono passati a Roma solo 19. Futura aveva chiesto 2.772 volontari, ne ha avuti 498, pari al 18 per cento di quelli desiderati».
Molte realtà del Nord sono rimaste a quota zero. Nemmeno un volontario. Una disfatta.
«I tagli fra il 2007 e il 2008 ci sono stati per tutti. Siamo scesi da 43mila a 27mila volontari. Ma rimedieremo, speriamo con il contributo finanziario delle regioni».
SZ
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