Politica

Nuovo schiaffo della magistratura a Berlusconi: il "chiacchierone" Esposito verso l'archiviazione

Non sarà avviata alcuna procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale: Esposito la farà franca nonostante abbia svelato ai media le motivazioni della condanna del Cav

Il presidente della sezione feriale della Cassazione Antonio Esposito
Il presidente della sezione feriale della Cassazione Antonio Esposito

Potrebbero finire presto in archivio le pratiche aperte dal Consiglio superiore della magistratura sul giudice Antonio Esposito che, il primo agosto scorso, confermò la condanna di Silvio Berlusconi a quattro anni di reclusione per frode fiscale. Condanna che il presidente del collegio della sezione feriale della Cassazione aveva anticipato al Mattino raccontando in un’intervista le motivazioni della sentenza prima che queste venissero depositate.

La prima commissione del Csm sarebbe orientata, all’unanimità, a proporre l’archiviazione per il fascicolo aperto sulla toga chiacchierona. Insomma, Esposito la passerà liscia nonostante Il Mattino abbia pubblicato un audio che inchioda il giudice anti berlusconiano che, oltre a godere dello sparlare del Cavaliere coi convitati di cene eleganti, prova un malsano piacere nell'andare a raccontare in giro le gesta della Suprema Corte. Quel "non poteva non sapere" alla base della sentenza sui diritti tv è stato sbandierato dalla toga "chiacchierona" come un trofeo della Cassazione che, dopo vent'anni di assalti giudiziari, è riuscita a decapitare il centrodestra mettendo le mani sulla libertà del Cavaliere. Se n'è vantato col giornalista del Mattino, salvo poi rimangiarsi tutto e fare una figura barbina quando il quotidiano partenopea ha pubblicato l'audio dell'intervista. O meglio, una piccola parte. Perché la stragrande maggioranza della chiacchierata intercalata da colorite espressioni dialettali e aggettivi poco consoni a una toga è rimasta top secret. Chi l'ha ascoltata assicura che la parte peggiore delle risposte di Esposito sia stata prontamente messa a tacere. Quel che è venuto fuori, però, sarebbe dovuto bastare per una presa di posizione dura da parte del Csm. Così non sarà. Nella sostanza non ci sarebbero i margini per un intervento di Palazzo dei Marescialli con l’unico strumento a disposizione dei consiglieri - l’avvio di una procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale - dal momento che la vicenda potrebbe avere semmai rilievo disciplinare e in queste ipotesi non è possibile il contemporaneo intervento del Csm. Non a caso il procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani, ha avviato, già prima che si muovesse la prima commissione, una pre istruttoria sulla vicenda. Un’indagine che è ormai alle battute finali e al termine della quale Ciani deciderà se avviare nei confronti di Esposito l’azione disciplinare.

Quella di archiviare le pratiche è un nuovo schiaffo a Berlusconi e l'ennesima dimostrazione (come se ce ne fosse ancora bisogno) che la magistratura non paga mai per i propri errori. Nemmeno un buffetto per Esposito. A proporre l'archiviazione delle pratiche è stato il relatore Mariano Sciacca della corrente "moderata" Unicost che avrebbe registrato al momento un consenso unanime da parte degli altri consiglieri. Ad ogni modo, il voto nella commissione presieduta dal laico del Pdl Annibale Marini dovrebbe avvenire la prossima settimana. Una volta stese poi le motivazioni, la discussione passerà al plenum. In quell’occasione la commissione voterà anche sull’esposto che Esposito ha inviato al Csm e in cui lamentava gli attacchi ricevuti soprattutto da alcuni giornali.

Un esposto che, a quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo dei Marescialli, dovrebbe avere la stessa sorte dell’archiviazione che si prepara per il fascicolo sul trasferimento.

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