Roma - Tante spese che non trovano giustificazione se non nella cattiva politica e nella mala amministrazione. Paradossi, come quello ben conosciuto delle regioni del Sud che sono in testa alle classifiche della spesa e, contemporaneamente, in fondo a quelle dell’efficienza. Nodi da affrontare con interventi «ineludibili». E tra questi, nella spending review del ministro Piero Giarda, spunta anche un tema considerato un cavallo di battaglia del centrodestra, ma che da ieri finisce anche sotto la lente dei tecnici: le «intercettazioni telefoniche telematiche e ambientali ».
Il Grande fratello costa
La gestione del servizio - scrive il ministro - «incide per oltre il 40 per cento del totale delle spese di giustizia ». E per questo «necessitàdiradicali interventi di riqualificazione e riordino ». Intanto sulle «prestazioni obbligatorie », quelle che la legge «impone agli operatori di telefonia sia mobile che fissa (Telecom, Vodafone, eccetera) in fase di attivazione dell’ascolto e di trasferimento del segnale presso i locali della procura della Repubblica competente». Sono «le uniche remunerate» sulla base di un listino previsto dalla legge, che però oggi è «del tutto desueto e fonte di cospicui esborsi a carico della finanza pubblica». In sostanza, poteva andare bene in altri tempi, non oggi che la tecnologia è diventata low cost.
C’è anche un’infrazione Ue
Ma la revisione della spesa si concentra anche sul noleggio degli apparecchi per le intercettazioni, tecnologia che è invece «acquisita sul libero mercato dalle singole Procure della Repubblica, in assenza di specifica normativa in materia. Ciò comporta diseconomie di scala e prassi molto diverse a seconda delle Procure interessate». Secondo le peggiori abitudini della amministrazione pubblica italiana, in alcune zone noleggiare le apparecchiature per ascoltare conversazioni vengono pagate molto, in altre meno. I risultati sono: «maggiori costi » e anche «una procedura di infrazione Comunitaria» perché non è stata indetta una gara europea. La soluzione indicata da Giarda consiste nella forfettizzazione delle tariffe, nell’acquisto centralizzato dei servizi anche con «un contratto di appalto in forma secretata », per il quale è già stato chiesto un parere all’avvocatura dello Stato.
Detenuti in business
Sempre a proposito di ministero della Giustizia, la spending review ricorda il dramma delle carceri sovraffollate. Tra le soluzioni individuate, una concentrazione delle sedi carcerarie di alta sicurezza e il limite a otto per i reparti destinati al 41 bis, quindi alla detenzione dei mafiosi. Anchenellagestionedell’amministrazione penitenziaria ci sono spese ingiustificate come quelle per il trasporto dei detenuti, ad esempio quando devono testimoniare in una città diversa rispetto a quella del carcere. Dal 2009 al 2011 si e registrata «una spesa media annua di 9,5 milioni per l’acquisto dei biglietti» per «poco più di 6.100 viaggi». Quindi ogni viaggio costa 1.500 euro. La soluzione individuata è un maggiore ricorso alle videoconferenze.
Insegnanti imboscati
Per quanto riguarda la scuola. Ci sono 10 mila insegnanti di ruolo che «non svolgono la funzione docente nelle scuole per effetto di inidoneità (temporanea o permanente) al servizio (quasi 4.500), distacco presso il ministero degli Esteri e all’estero ( 1 .000) e altre istituzioni pubbliche e private». Queste sono «comandi presso organi costituzionali e amministrazioni pubbliche (1.250), comandi presso il ministero (700), classi di concorso in esubero (900), esoneri e aspettative sindacali (1.000)». Le posizioni di tutte saranno analizzate e «appare possibile procedere in tempi rapidi al trasferimento del personale inidoneo e in esubero alle funzioni tecniche e amministrative», fuori dall’istruzione. Ad esempio nella Giustizia dove il personale amministrativo non è sufficiente. Il governo intende risparmiare anche dimezzando la spesa per gli affitti degli edifici (così come dalle caserme). Al Sud ci sono scuole troppo piccole: «Circa 2.000 hanno un numero di studenti inferiore a 500, la qualcosa determina una spesa amministrativa più elevata a parità di qualità del servizio».
Caro-prefetture al Sud
Le differenze Nord-Sud emergono anche nei conti del ministero dell’Interno. In particolare nelle prefetture. «In tutti i settori considerati, nelle regioni del centro-sud le spese per abitante» o per servizi resi, «supera il corrispondente costo, a parità di condizioni» nelle regioni del Centro-Nord. Questo perché nel Meridione il numero di occupati è maggiore. Ed è più alta anche la retribuzione a causa del fenomeno dei trasferimenti dal Nord di pubblici dipendenti che hanno maturato l’anzianità. C’è poi un problema di «minor numero di ore lavorate (per il più intenso utilizzo degli istituti contrattuali che consentono di ridurre l’orario di lavoro effettivo)».
Più in generale, si legge nella spending review , i comuni del sud hanno un livello di spesa pro capite mediamente più alto di quelli del Nord.
Mentre nelle province le differenze geografiche scompaiono. La spiegazione è semplice, i Comuni coprono le spese prevalentemente con trasferimenti dello Stato, le Province con tributi propri. Una tesi, questa volta quasi leghista, certificata dal governo tecnico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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