
Mentre avevamo ancora nelle orecchie le dichiarazioni di Pier Luigi Bersani su come si debba comportare un politico indagato (nel maggio 2024 a proposito di Giovanni Toti diceva «Cosa aspetta a dimettersi?» e l'altro ieri a proposito di Beppe Sala ha detto «Non vedo la ragione per cui dovrebbe andare via») abbiamo letto, a proposito di coerenza, dell'accordo fra Elly Schlein e Vincenzo De Luca - il meglio che c'è in giro nel Pd - per candidare Roberto Fico - il peggio che c'è in giro dei Cinque stelle a Presidente della Regione Campania. E lì ci è venuto in mente quello che il grillino Fico, che ora è diventato il nome di punta del Pd, diceva del Pd, ora alleato dei grillini. «Un partito incapace di progettare il futuro» (24 luglio 2015). «Antepone gli interessi delle banche agli interessi dei cittadini» (15 febbraio 2017). «Il Pd è il pericolo numero uno del Paese» (25 agosto 2019). «È disorientato eticamente e moralmente», «Sono dei delinquenti», «Il Pd è devastato dalle indagini e dalle condanne» (Agorà, 26 ago 2019). E persino: «È un partito di miserabili». Anche se questo, del suo Pd, lo ha detto lo stesso De Luca. Il quale, per la verità, già a suo tempo liquidò Fico e i suoi compari con un «Mezze pippe, ve possano uccidere tutti» (11 settembre 2016).
E non si sa se sia più apprezzabile la coerenza e la capacità di analisi di De Luca o l'incoerenza e la mancanza di dignità di Fico.Anche se tutta la faccenda non fa che confermare una volta di più che in politica non c'è alleato migliore di un nemico cretino.