Sala si autoassolve: "Ho le mani pulite sostenetemi, ci sono". E bacchetta i pm

Il sindaco di Milano si difende in Aula e assicura: "Vado avanti, ho affrontato problemi cento volte più gravi". La Lega: "Giunta pessima, si torni al voto"

Sala si autoassolve: "Ho le mani pulite sostenetemi, ci sono". E bacchetta i pm
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"Le mie mani sono pulite. In tutto ciò che ho fatto nel mio mestiere da sindaco non esiste una sola azione che possa essere attribuita a mio personale vantaggio". Dopo "giorni confusi" in cui "tutto sembra diventare oscuro, le certezze sembrano vacillare", il sindaco di Milano Beppe Sala ha meditato a lungo e a lungo si è confrontato "sia in famiglia" che con i partiti che lo sostengono e in primis con il Pd che è "socio di maggioranza" della sua coalizione, e ieri pomeriggio in Consiglio comunale ha dichiarato quant'era ormai nell'aria dalla vigilia. "Vado avanti", niente dimissioni nonostante l'indagine a carico sulle vicende legate all'urbanistica milanese. Chiude un discorso-arringa di 29 minuti e cita il primo sindaco di Milano Antonio Greppi per porre la domanda (retorica) ai suoi: "Se su queste basi la maggioranza che mi sostiene c'è, e c'è coraggiosamente, con responsabilità e cuore in antitesi a credere, obbedire, combattere, io ci sono". L'unica testa che salta è quella dell'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, che ieri ha restituito le deleghe, per lui la Procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari e domani è fissato l'interrogatorio preventivo davanti al Gip. Sala premette di aver "pensato seriamente alla possibilità di non andare avanti, dal 2009 ho dato personalmente e professionalmente a Milano tutto quello che ho, se trovo ancora motivazione e energie non è per ambizione ma per il vero insegnamento che ho ricevuto da mio padre. Quando capì che non avrei seguito le sue orme mi disse scegliti il lavoro che vuoi ma ricordati che ti guarderò e vorrò essere certo che starai facendo il tuo dovere fino in fondo. E oggi sono più che mai motivato". Tolta la parentesi emozionale, sulle accuse che gli vengono rivolte assicura che "tutto" ciò che ha fatto nell'arco dei due mandati "si è sempre ed esclusivamente basato sull'interesse dei cittadini". All'opposizione che giorni fa ha occupato l'aula e chiesto le sue dimissioni con striscioni e scatoloni per il trasloco (FdI e Lega, Forza Italia non ha partecipato) ribatte: "Se lo fate nella speranza di destabilizzarmi non avete alcuna possibilità. Nella mia vita ho affrontato problemi cento volte più gravi".

Si passa al lungo affondo alla magistratura. Parla delle accuse che gli "sarebbero state mosse, perché ho appreso di essere indagato dai media, per ora senza alcun avviso di garanzia su false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone e induzione indebita a dare o promettere utilità. Non è la sede per discutere l'operato della magistratura e, tantomeno, per dare giudizi; la giustizia fa il suo corso e le sue conclusioni vanno sempre e comunque rispettate". Eppure ci ritorna, subito dopo aver spiegato nel dettaglio la sua versione dei fatti: "Non posso però esimermi dal rilevare un comportamento ricorrente in questo Paese che ritengo profondamente sbagliato. Sempre i media riferiscono che secondo la magistratura non sarebbe stato necessario notificarmi alcunché perché non è stato necessario svolgere attività di indagine per cui è prevista obbligatoriamente la partecipazione dell'indagato. Lo capisco e lo accetto. Ma allora mi chiedo: essendo la magistratura l'unico organo preposto alla comunicazione di questi atti, perché questa informazione è stata divulgata ai media?". Ai "colleghi politici" chiede se "ciò continui a starvi bene. Sta bene a chi governa o ambisce a governare una città o un Paese che indagini riservate diventino pubbliche? Ricordo a chi approfitta, politicamente, di queste situazioni: oggi a me, domani a te". E ancora in un altro passaggio: "Giustizia e politica devono occuparsi di ambiti separati. Per far sì che questa società funzioni bisogna che questa distinzione regga in tutto e per tutto. Nel reciproco rispetto".

Si difende nel merito e pur dando qualche segnale di "discontinuità", come chiesto dalla segretaria Pd Elly Schlein - "più attenzione all'impatto pubblico e ai servizi nei futuri sviluppi urbanistici, avanti con più intensità sul Piano Casa, migliorare servizi come il trasporto pubblico, attenzione alla cura della città - ci mette il carico da 90: avanti sulla vendita di San Siro a Milan e Inter. Slitta solo da fine luglio a settembre, "dobbiamo riavviare il percorso in Consiglio per rispettare i tempi". Senza via libera avrebbe gettato il Pd nel panico del voto anticipato. Ha ricevuto "più messaggi di sostegno di quando sono stato eletto - dice - anche da elettori che non mi hanno votato ma credono nella mia onestà".

Il segretario di Avs Angelo Bonelli non cambia linea. "Un nuovo stadio non è una priorità". Il Pd dovrà turarsi il naso. La Lega insiste: a prescindere dalle vicende giudiziarie, "il Pd ha trasformato Milano in una boutique per milionari e insicura, si torni al voto".

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