
Potrebbe finire a processo la querelle Sangiuliano-Boccia che ha tenuto banco lo scorso autunno, e a rischiare di andare alla sbarra è proprio la donna. La procura di Roma, infatti, ha chiuso le indagini avviate 10 mesi fa con l'esposto-denuncia presentato dall'ex ministro della cultura contro l'influencer di Pompei. La donna, con la quale Gennaro Sangiuliano aveva intessuto una relazione extraconiugale, aveva tentato di farsi nominare consulente per i grandi eventi del ministro. E dopo il rifiuto del titolare del MiC, si era "vendicata" con una serie di post social che avevano innescato lo scandalo alla fine dell'estate 2024. Sangiuliano era finito indagato per peculato e rivelazione di segreto d'ufficio, ma l'indagine è stata archiviata ad aprile scorso dal Tribunale dei ministri su richiesta della stessa procura di Roma. Ma il giornalista ed ex ministro aveva, appunto, denunciato a sua volta la donna che lo avrebbe perseguitato durante e dopo la loro relazione sentimentale. Lei aveva negato gli addebiti, ma ora, appunto, le pm capitoline Giulia Guccione e Barbara Trotta hanno inviato a Boccia l'avviso di chiusura indagini, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Le accuse sono tante, e pesanti. Atti persecutori, lesioni personali aggravate, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, interferenze illecite nella vita privata, diffamazione aggravata a mezzo stampa. Da maggio 2024 ad aprile scorso gli atti persecutori, ricostruisce la procura, hanno causato all'allora esponente dell'esecutivo un "perdurante e grave stato di ansia e paura che si estrinsecava in un forte stress, un notevole dimagrimento, pensieri suicidi".
L'avviso di conclusione indagini racconta di una relazione che avrebbe visto Boccia acquisire via via un controllo sempre maggiore sul ministro, sul suo telefono, sui suoi messaggi, sulla sua vita. Alternando istanze finalizzate a perseguire il proprio sogno di ottenere un contratto di consulenza lì al ministero ad altre invece dettate dalla gelosia, come la richiesta all'amante di non portare la fede (e arrivando infine a sottrargliela). Boccia, scrivono le pm, avrebbe anche bloccato Sangiuliano in una stanza d'hotel, gli avrebbe fatto credere di essere incinta, lo avrebbe costretto a dormire a Roma in un B&B, gli avrebbe imposto punizioni umilianti di ogni genere, avrebbe finto di essere in contatto con sua moglie per provare a spaventarlo. Avrebbe minacciato di aver inviato alla consorte foto che li ritraevano insieme. E, infine, durante una missione a Sanremo, lo avrebbe ferito alla fronte. Quello squarcio di quasi 10 centimetri che le unghie di Boccia avrebbero aperto sulla testa dell'ex ministro, peraltro, è il motivo per cui alla donna viene anche contestato il reato di lesioni aggravate dalla relazione affettiva in essere.
E se il falso ideologico è legato all'invio al capo di gabinetto del ministero di un curriculum con informazioni farlocche, Boccia si ritrova indagata per interferenze illecite nella vita privata dei coniugi Sangiuliano per aver "origliato" telefonicamente una discussione. L'influencer di Pompei il nove agosto dello scorso anno avrebbe infatti costretto il suo amante a rivelare l'esistenza della loro relazione alla moglie, Federica Corsini. Lei ascoltava tutto al telefono, peraltro registrando confessione e lite conseguente tra marito e moglie. Quella registrazione, annotano i magistrati, offerta dalla donna al programma Rai Report, è finita in onda, per stralci, a dicembre scorso.
L'ansia di "comunicare" con i media costa a Boccia anche l'accusa di diffamazione, perché in due interviste avrebbe offeso la "reputazione e professionalità" dell'allora capo di gabinetto del ministro, Francesco Gilioli, che pure "aveva sempre agito in conformità alle richieste provenienti dal Ministro Sangiuliano".