Ora è possibile il governo delle larghe intese

Accordo Bersani-Berlusconi su Marini, ma Renzi & C. spaccano il Pd: elezione a rischio. Grillo punta su Rodotà

Ora è possibile il governo delle larghe intese

Franco Marini oggi entra Papa-Presidente nel conclave per l'elezione del presidente della Repubblica. Se uscirà incoronato, e non è certo, sarebbe una svolta, simile al ribaltone vaticano, perché Marini sta a Napolitano come Francesco sta a Benedetto. Raffinati intellettuali gli uscenti, uomini del popolo gli entranti.

Figlio di una numerosa e povera famiglia, cattolico, alpino, sindacalista (guidò con moderazione la Cisl in anni di guerra sociale e civile), democristiano di lungo corso, alla caduta della Dc Marini si alleò con la sinistra resistendo però all'egemonia della componente comunista nei vari passi della fusione tra ex Pci ed ex Dc. Ministro e presidente del Senato, non si è fatto mai trascinare nell'antiberlusconismo militante ed ideologico.

Per questo, dovendo scegliere tra una lista di cinque nomi proposti da Bersani, Berlusconi non ha avuto dubbi. Di lui ci si può fidare, può essere un arbitro leale e imparziale, come è nello stile dell'uomo che cinquanta giorni fa ha subito l'umiliazione, a 80 anni, di non essere rieletto in Parlamento, abbandonato dalla sinistra in un collegio abruzzese.

Il Pdl forse avrebbe preferito Amato, ma la strada alla fine è apparsa impercorribile. Meglio così, dico io. E paradossalmente Marini al Quirinale crea più problemi dentro la sinistra che nel Pdl. Già ieri sera Renzi ha annunciato che i suoi non lo voteranno, Vendola ha forti mal di pancia. Non parliamo dei grillini che ieri hanno lanciato nella mischia Stefano Rodotà, il professore comunista che odia Berlusconi e che piace all'ala sinistra del Pd, oltre che a Vendola.

Fa così paura questo vecchio signore? Il problema non è lui, ma ciò che sicuramente Marini, uomo di buon senso e di dialogo, tenterebbe una volta al Quirinale. E cioè insediare un governo tipo larghe intese, con Pd, Pdl e montiani (o forme simili) e non necessariamente presieduto da Bersani.

Ipotesi che sbarrerebbe la strada a Renzi e che ovviamente è invisa a Grillo, il cui unico obiettivo pare essere liberarsi di Berlusconi e del Pdl, con buona pace degli elettori di centrodestra che sono caduti nella sua trappola mediatico-elettorale.

Attenzione, nelle notti dei conclavi accade di tutto. E nell'aula del Parlamento pure. Non sono certo che Marini abbia dormito un sonno tranquillo.

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