Pace fatta tra Bersani e Renzi? Sarà Vendola a rottamare il rottamatore

Per non spaccare il Pd, Bersani fa votare regole a misura di Renzi. Pace fatta? Macché, il segretario democratico prepara il trappolone col leader del Sel che va all'attacco: "Bisogna rottamare anche il rottamatore". la Bindi non è da meno: "Il suo è un messaggio berlusconiano"

Matteo Renzi ostenta tranquiullità. E continua a ripetere in giro: "Mi fido di Pierluigi Bersani". E ancora: "È ora di finirla di parlare male di altri, bisogna ora parlare bene dell’Italia. La logica dell’anti-qualcuno ha rovinato il centrosinistra, come abbiamo visto con Berlusconi, ma adesso parliamo piuttosto di cose da fare per l’Italia". Sarà vero? Niente affatto. Mentre i media progressisti sottolineano il trionfo del Partito democratico per essere riusciuto a trovare la quadra tra il segretario piddì e il sindaco "rottamatore". In realtà, più che un armnistizio, quello firmato ieri durante l'assemblea nazionale all'Hotel Ergife di Roma è solo una tregua momentanea.

"In Renzi c’è una marcata adesione a modelli culturali che io penso debbano essere rottamati. Bisogna infatti rottamare la subalternità culturale di certa sinistra al modello liberista che sta scorticando l’Europa". All'indomani dell'assemblea a porte chiuse organizzata dal Pd per sottoscrivere le regole per le primarie, è il leader del Sel Nichi Vendola, ai microfoni di Maria Latella su SkyTg24, a sferrare il primo, pesantissimo attacco al sindaco di Firenze che, proprio in queste ore, sta girando l'Italia in vista delle primarie di coalizione. La tregua firmata ieri da Bersani non ha fatto altro che rimandare lo scontro con Renzi a quando, insieme agli alleati della coalizione del centrosinistra, deciderà le regole per le primarie. Bloccando gli emendamenti anti rottamatori, il segretario democrat ha infatti preferito litigare coi fedelissimi di Rosy Bindi ed evitare la frattura coi "renziani". Anche se la pasionaria del Pd ha già fatto sapere che lavorerà "perchè Renzi venga sconfitto". Una vera e propria dichiarazione di guerra. "La sua visione politica, del partito, della democrazia è una concezione dello stare insieme che non piace alla maggioranza del Pd", ha spiegato la Bindi accusando il sindaco rottamatore di farsi portavoce del "messaggio berlusconiano e grillesco del 'tutti a casa'". "Questo vuole dire - ha concluso - fare una campagna elettorale furba, che aggrava i problemi del Paese, ma non li risolve, senza dire nulla sul futuro dell’Italia". Altro che pace, appunto.

D'altra parte, basta ascoltare le parole di Bersani, pronuciate nel salotto sobriamente buono di Fabio Fazio, per capire che i compagni stanno preparando la sfida finale. A Che tempo che fa il segretario piddì non ha, infatti, risparmiato le critiche a Renzi ma lo ha invitato a fidarsi un po' di più "del partito a cui appartiene e delle sue regole". "Avrei gradito che ci fosse - ha detto Bersani riferendosi all’assemblea del Pd di ieri - e non si dica che non è un membro del partito perché lo è. Non basta che dica che si fida di Bersani ma ci si deve fidare del collettivo, se ci si tiene". Insomma, se la pace c'è stata è durata giusto il tempo di un giorno. Appare sempre più chiaro che nel Pd si sta preparando uno scontro durissimo dal qualche uno tra Bersani o Renzi uscirà con le ossa rotte.

Nel frattempo Renzi procede per la sua strada. Conferma la propria fiducia al segretario del partito con cui è stato eletto a guidare Firenze e porta avanti la campagna elettorale per provare a vincere le primarie del centrosinistra. "Dire qualcosa di sinistra? Io non le dico, da sindaco di Firenze le cose di sinistra le ho fatte", ha risposto il leader del "rottamatori" parlando con un giornalista a Matera. Secondo Renzi, infatti, "c’è chi ha bisogno di dire cose di sinistra per farsi una verginità: il punto vero è che io voglio una sinistra che vinca". A chi, invece, gli ha chiesto un commento in risposta alle parole di Vendola, Renzi ha preferito andare oltre ("La domanda successiva?") spiegando che il suo intento è quello di cambiare le idee vecchie: "Non vogliamo rottamare persone ma modelli di politica che non si sono rivalati vincenti e che non hanno fatto crescere l’occupazione". Non solo.

Il sindaco di Firenze ha voluto anche sottolineare come le primarie sono una grande occasione che il centrosinistra ha per riavvicinarsi ai cittadini: "Gli elettori potranno decidere quale Italia vogliono costruire al di fuori delle segreteterie politiche".

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