Voleva quella nomina. E per ottenerla, a quanto pare, era disposto a tutto. Anche ad organizzare un finto controllo di polizia giudiziaria che impedisse a due sacerdoti che erano contrari a rinnovargli il mandato di andare a votare. Una storia di preti e di potere. Una vicenda incredibile, raccontata nei verbali del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza. Incredibile perché il protagonista è il superiore generale dei Camilliani, l'Ordine dei Ministri degli Infermi, una delle più antiche congregazioni di religiosi, oggi realtà missionaria attiva nei cinque continenti con una vastissima rete di ospedali, parrocchie, chiese, case di cura e di accoglienza. Padre Renato Salvatore, 58 anni, di Chieti, è stato arrestato con l'accusa di aver letteralmente sequestrato due chierici per essere certo di imporsi sul suo diretto antagonista. Così come è poi avvenuto, lo scorso 13 maggio presso la Casa del Divin Maestro di Ariccia, ai Castelli romani. Il reato ipotizzato nei suoi confronti dal pm Giuseppe Cascini è quello appunto di sequestro di persona in concorso con altre cinque persone, complici nella realizzazione del piano, tutte finite in manette. Il padre è stato prelevato dai finanzieri, tra lo sconcerto dei confratelli, presso la Casa generalizia in piazza della Maddalena, a Roma, dove ha sede l'ordine fondato da San Camillo de Lellis che dalla fine del '500 si dedica alla cura dei malati.
Il regista della macchinazione secondo gli investigatori sarebbe Paolo Oliverio, commercialista ben noto alle cronache giudiziarie e con un certo fiuto per gli affari. In questo caso sarebbe stato interessato alla gestione degli ospedali dei Camilliani, soprattutto in Campania e in Sicilia, in particolare al Santa Maria della Pietà di Casoria, nel casertano. Aiutando Padre Renato Salvatore ad ottenere la nomina a superiore generale avrebbe rafforzato il suo rapporto privilegiato con il religioso. Anche se forse nessuno degli arrestati immaginava di rischiare un'accusa così grave ideando questo piano furbetto: i due chierici, determinanti per l'esito della votazione, hanno ricevuto una falsa convocazione dell'autorità giudiziaria per essere ascoltati in merito a fantomatiche indagini di polizia nei loro confronti proprio nel giorno in cui si sarebbero dovuti recare al seggio. Una convocazione alla quale era certo che i due non si sarebbero potuti sottrarre, anche a costo di mancare alla votazione in cui la loro presenza sarebbe stata fondamentale per impedire la riconferma di padre Salvatore. Il quale, come da programma, senza quei due voti contrari ha avuto la meglio sul rivale. L'Ordine ha reagito all'arresto con un breve comunicato in cui invita la grande famiglia di San Camillo a pregare: «Viviamo questo momento nella preghiera e con la fiducia che si possa fare piena luce sulla vicenda». Padre Renato Salvatore è stato cappellano all'ospedale San Camillo di Roma. Viene descritto da chi lo conosce come un religioso «intraprendente» con una vasta rete di amicizie, anche in Vaticano. Tra queste il suo presunto complice, Paolo Oliverio, che gli investigatori conoscevano già. Il suo nome, infatti, è comparso in numerosi scandali finanziari dai quali è però sempre uscito pulito. Recentemente si è parlato di lui nell'ambito dell'inchiesta sull'ex consigliere regionale dell'Idv Vincenzo Maruccio, accusato di aver sottratto denaro dalle casse del partito: passando al setaccio i suoi conti correnti i finanzieri hanno trovato numerosi bonifici a favore di Oliverio, che vantava anche contatti finanziari e personali con Flavio Carboni.
Sfiorato anche dalle indagini sulla P3 e sull'eolico in Sardegna.E, più indietro negli anni, da quelle su Renato Squillante e Attilio Pacifico, quando risultò coinvolto nella gestione di alcuni conti correnti in Liechtenstein.
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