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"Paese spaccato in due". L'Istituto Cattaneo "fotografa" il bipolarismo: cosa significa

Torna il bipolarismo e il Paese è spaccato. Questa è la fotografia dell'istituto Cattaneo alla luce dei risultati delle ultime elezioni Regionali

"Paese spaccato in due". L'Istituto Cattaneo "fotografa" il bipolarismo: cosa significa
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Torna il bipolarismo e il Paese è spaccato. Questa è la fotografia dell'istituto Cattaneo alla luce dei risultati delle ultime elezioni Regionali. "Tenendo conto della stabilità degli elettorati che avevamo già osservato nelle elezioni regionali precedenti, il risultato di quelle in programma in Veneto, Campania e Puglia appariva scontato. Ed in effetti è andato tutto più o meno come previsto", si legge nell'analisi diffusa oggi.

Questa ultima tornata elettorale, infatti, conferma l'equilibrio tra centrodestra e il cosiddetto 'campo largo', già registrato alle Europee dell'anno scorso. "Le Regionali, soprattutto in Campania e in Puglia, costituivano tuttavia un test importante della competitività del centrosinistra allargato nelle prossime elezioni politiche", osservano dall'Istituto Cattaneo che ha, quindi, elaborato una stima di quel che "potrebbe accadere alle elezioni politiche nazionali se il sistema elettorale rimanesse invariato e le performance del centrodestra e del centrosinistra allargato fossero simili a quelle registrate nel ciclo delle elezioni regionali svolte dal 2022 ad oggi". Col Rosatellum "il risultato sarà determinato, questa volta quasi completamente, dal numero di seggi ottenuti nei collegi uninominali" e, con un centrosinistra unito, le opposizioni sarebbero più competitive. "Nelle elezioni politiche del 2022, i partiti del centrosinistra hanno ottenuto, nel complesso, una percentuale di voti leggermente superiore a quella dei partiti del centrodestra. Di conseguenza, hanno ottenuto un numero di seggi leggermente superiore rispetto al centrodestra tra quelli ripartiti con metodo proporzionale. Alla Camera, nella quota proporzionale, il centrodestra ha ottenuto 114 seggi" mentre le opposizioni ne hanno "ottenuti 130". Nei collegi uninominali, invece, è finita 121 a 23 per il centrodestra. "Se si considerano le intenzioni di voto attualmente stimate dai sondaggi, è assai plausibile che, in una competizione nazionale in cui il centrosinistra si presenti unito, centrosinistra e centrodestra otterrebbero percentuali di voti e un numero di seggi di entità quasi equivalente nella quota proporzionale", spiegano dall'Istituto Cattaneo. Considerando i voti ricevuti dai candidati a presidente di Regione nelle elezioni che si sono tenute dal 2023 ad oggi, "ci potrebbe trovare con una Italia di nuovo divisa in due, o meglio in 5: con il Nord e il Centro al centrodestra; la Zona rossa e le grandi regioni del Sud al centrosinistra; con Sicilia, Calabria e Sardegna come 'campo di battaglia'". L'Istituto Cattaneo conferma che "il governo Meloni 'non è stato battuto' e il centrodestra continua ad avere buone probabilità di rivincere le elezioni politiche" ma "la dimostrata possibilità di far confluire i voti dei partiti del centrosinistra su candidati comuni (cosa non scontata), soprattutto nel Sud, riapre la competizione anche a livello nazionale". Da qui, la necessità di una nuova legge elettorale per evitare il caos in Parlamento, una volta chiuse le urne.

E, pertanto, la scelta è tra l'instabilità e "un sistema elettorale simile a quello che ha consentito ad entrambe le coalizioni di celebrare vittorie e sconfitte nette nel ciclo delle elezioni regionali che si è appena concluso".

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