RomaCome spesso capita nel Pd, è un problema di comunicazione. Il titolo del convegno contiene una parola artefatta. «Una nuova scuola per i nativi digitali». Che significa nativi digitali? Ragazzi nati con internet, ma al Pd se non si parla difficile non va bene. I democratici si lanciano verso la modernizzazione della scuola. E organizzano a partire da oggi un grande convegno sui giovani e le tecnologie. La sede è un uno dei luoghi più affascinanti di Roma, il Tempio di Adriano. Nella lista degli invitati nomi illustri, a partire dal ministro dellIstruzione Francesco Profumo. Al termine della due giorni di dibattito verrà redatto un «documento politico».
Ma i risultati per ora non sono positivi. Il blog del programma è stato tempestato di critiche. Prima per il fatto che al convegno sono state invitate «quattro case editrici che detengono circa l80% del mercato della scolastica», oltretutto specializzate, dicono i critici, in pubblicazioni su carta, altro che futuro. Poi perché le critiche al convegno sono state oscurate, ovvero trasferite a un altro indirizzo diverso da quello ufficiale. Molti si lamentano poi che allevento prendono parte sì grandi nomi, ma nemmeno uno studente. Infine, tegola in testa, sul blog di Beppe Grillo è stata lanciata laccusa spietata: il Pd sta iniziando a copiare il Movimento 5 stelle. Grillo propone la svolta di internet, e il Pd dietro.
Trovare un centro di gravità, unidentità senza antiberlusconismo, non è facile per i democratici. Unaltra trasformazione sta avvenendo sul fronte logistico. Metafora del tentativo di cambiare pelle ancora una volta. Questa volta si tratta della sede, tallone dAchille del partito fin da quando, agli albori della fusione Ds-Margherita, Veltroni scelse un loft, luogo spartano e per questo super chic, vicino al Circo Massimo. Via Veltroni e via il loft, i piddini se ne andarono in subaffitto, nientemeno che nella ex sede della Margherita, in via SantAndrea delle Fratte, al Nazzareno. Ma anche questo non è il posto giusto. Sarà perché, chissà, il palazzo evoca i fantasmi del tesoro disperso dei Dl. Tecnicamente è una scelta dettata dallesigenza di razionalizzare i costi. Il trasferimento riguarderà solo la dirigenza, parte del partito rimane al Nazzareno. Comunque si cambia ancora. Virata a sinistra.
Libera la sede del Manifesto di via Tomacelli, Bersani e i suoi ci hanno messo gli occhi e ora è stato deciso. Per ora si sposteranno gli uffici della tesoreria, poi anche il segretario prenderà posto negli spazi che ospitarono lo storico quotidiano comunista. Di qua il sogno del passato, di là lobbligo di inseguire il futuro e la pressione grillina. Intanto, oggi, tutti attesi al convegno sui nativi digitali, Bersani compreso.
Le critiche alliniziativa «Un nuovo alfabeto per lItalia» sono partite già da un mese sul blog ufficiale della manifestazione. A un certo punto il Pd, rispondendo alle tante polemiche, ha scritto sulla home page: «Elimineremo le conversazioni che sono lesive del buon nome e della dignità del nostro operato». Le reazioni sono state ancora più dure. Undo, una blogger, scriveva: «Nessuna censura, per favore! Non nellera della partecipazione, non da un partito che sulla democrazia affonda le proprie radici!». Un altro blogger, Nello Iacono, sottolinea «la mancanza di una presenza degli attori primi, i giovani, gli studenti, che dal programma sembrano un oggetto da osservare e non un soggetto a cui dare spazio di azione e ascolto».
Poi, a un tratto: «Dove sono le critiche alla conferenza del Pd?», si domandava una frequentatrice sul sito stop.zona-m.net. È stato creato un indirizzo alternativo, in cui ciascuno può lasciare un «contributo», ma sono lunghe disamine. Del blog più nessuna traccia.
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