Il Pd decide per il no alla sfiducia di Alfano Malumore tra i renziani

Il Pd sostiene il governo e il ministro dell'Interno. Sono stati 80 i voti a favore, 7 gli astenuti e nessun contrario. Snobbata la richiesta dei senatori renziani di presentare una propria mozione di sfiducia nei confronti di Alfano

Il Pd decide per il no alla sfiducia di Alfano Malumore tra i renziani

Divorziati in casa. La frattura all'interno del Partito Democratico si palesa con evidenza sul caso kazako. I vertici di via del Nazareno snobbano i renziani e la crepa si allarga. Il Pd ha deciso che non voterà la sfiducia al ministro dell'Interno Angelino Alfano. Sono stati 80 i voti a favore, 7 gli astenuti e nessun contrario.

I parlamentari che fanno capo a Matteo Renzi tuonano da giorni contro il segretario Guglielmo Epifani (giorni fa, con una missiva, tredici senatori renziani chiedevano di sottoscrivere la mozione di sfiducia contro il capo del Viminale) e hanno addirittura chiesto che il Pd, oltre a quella di Sel e del Movimento 5 Stelle, presentasse una proprio mozione di sfiducia nei confronti di Alfano. Ma la linea non è passata.

I renziani hanno fatto sapere che sul "no alla sfiducia" si asterranno. "Nel gruppo del Pd, c’è stata una discussione seria" e al termine "il gruppo praticamente all’unanimità ha condiviso l’idea che il governo deve andare avanti", ha precisato il segretario del Pd. A conti fatti però sono solo tre i renziani che hanno
scelto di astenersi nel voto all’assemblea del gruppo del Pd, anche se in casa renziana viene spiegato che c’è stata una precisa scelta di fare un voto "sparigliato". I renziani astenutisi risulterebbero essere Andrea Marcucci, Isabella De Monte e Vincenzo Cuomo.

Roberto Giachetti, deputato Pd e vicepresidente della Camera, fa notare che "Renzi viene massacrato ma ha semplicemente detto la stessa cosa di Cuperlo, Finocchiaro, Bindi e di alcuni esponenti di Lista Civica, il tema se sia necessario che un ministro si assuma la propria responsabilità e si dimetta, se non ha detto la verità in Parlamento, riguarda tutti. Non è che se uno solleva il problema è perché deve ammazzare il governo".

Ad aggiungere benzina al fuoco ci ha pensato Pippo Civati,

che ha denunciato: "Il ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini ha detto che chi non voterà a favore di Alfano deve andarsene dal Pd. Sapevatelo. Se alla Camera si votasse, mi espellerebbero, dunque".

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