Il Pdl allarga la formazione Una decina i partiti alleati

Il Cav vuole differenziare l'offerta elettorale: ieri summit coi Pensionati di Fatuzzo. E sabato depositerà simboli, coalizione e programmi per evitare liste di disturbo

Il Pdl allarga la formazione Una decina i partiti alleati

Riunioni fiume a Palazzo Grazioli e incontri a ripetizione in quel di via dell'Umiltà. Sono giornate frenetiche quelle che portano alla definizione delle alleanze che il Cavaliere vorrebbe chiudere al massimo entro stasera. Non solo perché il quadro ce l'ha piuttosto chiaro, ma anche perché l'intenzione è quella di depositare simboli, coalizione, apparentamenti e programma elettorale sin da sabato così da evitare eventuali contenziosi con chi volesse presentare simboli disturbo.
Fosse una partita a poker si potrebbe dire che Silvio Berlusconi ha deciso per l'all in. Nel senso che nelle liste per la Camera - dove in coalizione lo sbarramento è del 2% con il ripescaggio del migliore escluso - vuole differenziare al massimo l'offerta elettorale. Sulla scheda, insomma, saranno tanti i simboli a sostegno della coalizione guidata dal Cavaliere. Quello del Pdl e quello della Lega, certo, affiancati dai Fratelli d'Italia di Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Guido Crosetto. Ma ci sarà anche La Destra di Francesco Storace e la Lista 3L di Giulio Tremonti (il cui simbolo dovrebbe finire dentro quello del Carroccio). Per non parlare dei Moderati italiani in rivoluzione di Gianpiero Samorì e di Intesa Popolare di Giampiero Catone e Vittorio Sgarbi. Due movimenti, questi ultimi, che già da un mese stanno portando avanti un'aggressiva campagna sui 6x3 delle grandi città e che i sondaggisti attestano sopra l'uno per cento (secondo una rilevazione dell'Istituto Piepoli Intesa popolare arriverebbe addirittura al 2%). Ma non finisce qui, perché - certo non in tutte le regioni - ci dovrebbe essere anche il Grande Sud di Gianfranco Micciché, nonostante nelle ultime ore l'intesa abbia scricchiolato visto che Raffaele Lombardo e il suo Mpa hanno strizzato l'occhio al Centro democratico di Bruno Tabacci. E in Sicilia, di certo, sulla scheda ci sarà anche il Pid dell'ex ministro Saverio Romano. Mentre in Calabria dovrebbe restare il Pri di Francesco Nucara. In almeno sei regioni, poi, correrà anche la Federazione cristiano popolare di Mario Baccini, i Socialisti di Stefania Craxi. Ma sul tavolo c'è anche l'intesa con i Pensionati di Carlo Fatuzzo che proprio ieri ha incontrato Berlusconi per discutere la questione. Da capire, poi, che fine farà Fermare il declino di Oscar Giannino. E, soprattutto, dove andranno i Radicali con la loro lista Amnistia, Giustizia e Libertà visto che la trattativa con il Cavaliere è ancora in piedi. Una maxi-aggregazione che, dicono a Palazzo Grazioli, vale oltre il 30% dei voti.
C'è posto per tutti, insomma. Ma senza richieste di paracaduti, fanno sapere da via dell'Umiltà. D'altra parte, già decidendo di correre in coalizione e non in solitaria il Pdl ha sacrificato circa 40 seggi e dunque non si può permettere di regalarne altri. Le liste satelliti, dunque, dovranno riuscire ad arrivare al fatidico 2% oppure ad essere i migliori ripescati. Sapendo che senza premio di maggioranza ogni punto percentuale vale circa 4-5 deputati. Chi arriva al 2%, insomma, porta a casa tra gli otto e i dieci seggi.
L'all in del Cavaliere, però, sta creando quale attrito con chi teme di non scavallare lo sbarramento e magari puntava sull'eventuale ripescaggio. Con in campo tante sigle sarà ovviamente più complicato. Qualche tensione, poi, per Fratelli d'Italia che si trova schiacciato tra Storace e un Berlusconi sempre più antimontiano.

Un Cavaliere che non ha gradito le critiche degli ultimi giorni, perché - dice in privato - che la Lega sia costretta a sparare su di me per tenere buoni i suoi lo capisco ma da non da Fratelli d'Italia. Che in Lombardia - proprio per sedare il Carroccio - dovrebbe presentarsi senza la dicitura «Fratelli d'Italia» ma con il solo «Centrodestra nazionale».

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