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Pdl, Berlusconi accelera l'operazione "liste pulite"

Forti tensioni nel Pdl sulla questione delle candidature. Sul tavolo c'è il dossier "impresentabili". Riunione blindata a Palazzo Grazioli tra Berlusconi, Alfano e Verdini. Il Cav sposa la linea dura: "Fuori chi ha problemi con la giustizia"

L'ex premier Silvio Berlusconi e il segretario del Pdl Angelino Alfano
L'ex premier Silvio Berlusconi e il segretario del Pdl Angelino Alfano

A Palazzo Grazioli si lavora senza sosta. Sul tavolo della riunione blindata tra Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e Denis Verdini ci sono le candidature alle prossime elezioni e in particolar modo il il dossier "impresentabili". Secondo fonti vicine al Pdl, il Cavaliere starebbe portando avanti la linea dura: "Fuori chi ha problemi con la legge".

Berlusconi sarebbe pronto a lanciare un segnale chiaro di pulizia. Un segnale teso a rinsaldare il rapporto con gli elettori. Il vertice per la compilazione delle liste elettorali in corso a Palazzo Grazioli proseguirà anche domani. Ma la linea tracciata dall'ex premier è ormai chiara: "Non ci saranno inquisiti e indagati di peso sotto il simbolo elettorale del Popolo della Libertà". Tra questi l'ex ministro Claudio Scajola, che ha già ufficializzato la sua rinuncia, il coordinatore campano Nicola Cosentino e Marcello Dell'Utri, che nei giorni scorsi aveva fatto di sapere di essere intenzionato a "correre fino alla morte". I termini per la presentazione delle liste scadranno alle 20 di lunedì: fino ad allora i giochi resteranno ancora aperti, anche se, con buona probabilità, i tre non saranno candidati alle prossime elezioni. Non saranno messi in lista neppure Mario Landolfi e Alfanso Papa, mentre sarebbe ancora in forse Marco Milanese.

Da tempo Alfano si sta impegnando in una importante operazione di pulizia all'interno del partito. Verdini sarebbe, invece, più propenso a non cedere ai mal di pancia giustizialisti di una parte degli elettori di centrodestra, particolarmente sensibili a certi temi rilanciati in campagna elettorale dal leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo e dall'ex procuratore di Palermo Antonio Ingroia. Dalla parte dell'ex Guardasigilli si è schierato lo stesso Berlusconi, convinto dai sondaggi della necessità di un repulisti interno al Pdl: candidare politici coinvolti in vicende giudiziarie potrebbe far disaffezionare l'elettorato, soprattutto dopo la scelta di campo fatta dal leader del Pd Pier Luigi Bersani che ha deciso di rinunciare a mettere in lista candidati con carichi ancora pendenti. Non fare altrettanto significherebbe prestare il fianco a duri attacchi in campagna elettorale. Senza l'operazione "liste pulite", i sondaggi di Alessandra Ghisleri vedono forti ripercussioni in Campania, ma soprattutto in Lombardia, Regione chiave per gli equilibri di Palazzo Madama. Insomma, sarebbero più i voti persi con le candidature sotto accusa che quelli del loro bacino di preferenze.

Nel frattempo filtrano le prime indiscrezioni sulla composizione delle liste. Il presidente del Senato Renato Schifani sarà capolista per Palazzo Madama in Sicilia, mentre Alfano dovrebbe guidare la lista per la Camera insieme all'ex ministro Antonio Martino. Per Alfano possibile anche la guida della lista nel Lazio, dove invece rischia l'esclusione l'ex An Barbara Saltamartini. Sembra tramontare, invece, la candidatura di Flavio Briatore in Sardegna. Secondo fonti interne, infatti, l'imprenditore avrebbe preferito fare un passo indietro. In Liguria il capolista sarà Daniele Capezzone per il Senato e Sandro Biasotti per Montecitorio. In Calabria, oltre alla conferma di Jole Santelli, potrebbero trovare spazio Dorina Bianchi e Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato ucciso. A causa del numero di legislature, sono a rischio Osvaldo Napoli e Stefano Saglia.

Dentro, invece, l'ex ministro Maurizio Sacconi.

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