Politica

Il Pdl difende Alfano: "Senza di lui esecutivo a casa"

Caso Ablyazov, partito compatto in difesa del vicepremier: "Chi spera nelle dimissioni resterà deluso"

Il vicepremier Angelino Alfano a Palazzo Grazioli dopo la sentenza della Consulta
Il vicepremier Angelino Alfano a Palazzo Grazioli dopo la sentenza della Consulta

Roma - Il Pdl fa quadrato attorno ad Alfano. Il partito di Berlusconi dimostra la sua concretezza e si schiera a difesa del ministro dell'Interno sul «caso Ablyazov», in barba a chi ipotizzava una guerra interna tra falchi e colombe o sperava che un'offensiva contro il vice premier potesse servire a far capitolare il governo. Tra i primi a scendere in campo a fianco di Alfano, il capogruppo in Senato, Renato Schifani, convinto che l'inchiesta affidata al capo della polizia Alessandro Pansa dissolverà tutte le ombre gettate ad arte sul segretario del Pdl. «Aspettiamo che si spieghi all'opinione pubblica cosa sia accaduto realmente nei vari passaggi della catena di controllo che determinò l'espulsione della cittadina kazaka e della figlia - sottolinea Schifani - ma escludiamo, senza alcun dubbio, ripercussioni per il governo. Chi spinge per le dimissioni di Alfano resterà deluso».

In molti puntano il dito contro l'editoriale di Ezio Mauro uscito ieri su Repubblica, che ha accostato la Bonino e Alfano a Ponzio Pilato chiedendo «dimissioni tardive ma inevitabili» del ministro. A scatenare l'ira di Renato Brunetta, anche le parole del leader di Sel Nichi Vendola, che invoca la caduta di Alfano come forma di «igiene sociale». «Questo linguaggio barbarico è tipicamente e vergognosamente fascista - dice il capogruppo Pdl alla Camera - Il partito di Repubblica, poi, si sta rivelando una sola cosa con il Partito di Renzi. Il gioco è trasparente: far cadere Letta per promuovere il sindaco di Firenze alla testa del Pd. Senza Alfano il governo non va avanti». Attacca il quotidiano di sinistra anche Daniela Santanchè: «Vuole usare il nostro segretario come bomba umana per far esplodere il governo Letta-Alfano, ma non nell'interesse del Paese e degli italiani, ma del suo candidato Renzi». Anche per Barbara Saltamartini il direttore Mauro non ha interesse a conoscere la verità ma «vuole solo la testa di Alfano sul piatto come Erode quella del Battista».

Per Fabrizio Cicchitto il vice premier non deve dimettersi: «Sta svolgendo un ruolo fondamentale sia per la tenuta del governo sia per l'equilibrio del Pdl».
Di «caccia spietata» parla la senatrice Simona Vicari mentre Daniele Capezzone critica lo «strumentale fuoco aperto contro i ministri Alfano e Bonino». Prende posizione anche Mariastella Gelmini: «Noi che facciamo politica senza ricorrere a veleni e teoremi siamo certi che farà assoluta chiarezza sull'intera vicenda». Il coordinatore degli azzurri, Sandro Bondi, invece, ricorda a tutti che il ruolo di Alfano non è solo quello di vice premier, ma anche di segretario di partito e non va messo in discussione. Schierati anche Maurizio Gasparri, la senatrice Anna Maria Bernini, Deborah Bergamini e Stefania Prestigiacomo, che invita Repubblica a «occupare le pagine del giornale con problemi economici che interessano il Paese».

«Oggi l'esasperato cinismo con cui viene colpito il ministro dell'Interno - tuona Jole Santelli - è un'ulteriore riprova della spregiudicatezza di alcune operazioni politico/mediatiche e di chi le compie o le ordina». «Un'operazione stantia che non potrà avere alcun effetto concreto», assicura Nino Bosco.

«A indignarci non è solo l'opera del partito di Repubblica - dichiara infine Gabriella Giammanco - ma il cinismo di un disegno preordinato, costruito a tavolino, che sembra ignorare l'importanza e la necessità del governo di larghe intese in un momento di crisi così drammatica nel nostro Paese».

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