Pdl in fermento, gli elettori non sopportano più Monti E Alfano lancia le primarie

Perché il Pdl è passato dal 27 al 20%? Per Euromedia è colpa dell'appoggio a Monti. Alfano rilancia: "Primarie per scegliere il candidato premier"

Pdl in fermento, gli elettori non sopportano più Monti E Alfano lancia le primarie

Il Pdl non si "spacchetta" in tante liste civiche, ma lancia le primarie in autunno per intraprendere la strada del rinnovamento. Durante l'ufficio di presidenza del partito, durato oltre quattro ore, il segretario Angelino Alfano ha presentato un documento in sei punti che vede al centro del programma l'utilizzo delle primarie per l'individuazione del candidato premier. E non è tutto. Un "programma forte e costruttivo", come ha detto lo stesso Silvio Berlusconi nel suo intervento, capace di recuperare quegli elettori che "vogliono tornare a votare Pdl" ma che non lo fanno perché non sopportano più l'appoggio a Monti.

Da una parte smentisce l'ipotesi di formare un nuovo partito, dall'altra conferma ancora una volta il proprio sostegno al segretario Angelino Alfano. Berlusconi ha chiesto apertamente al partito un segnale di compattezza dal momento che "chi è uscito dalla casa madre si è perso nel nulla".  Il Cavaliere non nasconde la perdita dei consensi accusata dal Pdl nell'ultima tornata elettorale. Secondo Euromedia, infatti, il calo ha portato il partito dal 27 al 20% di preferenze nel Paese. Sette punti percentuali in fumo a causa del sostegno al governo Monti. Secondo Berlusconi, alla basa di questa perdita ci sarebbero due fattori: il 74% degli elettori non condivide l’appoggio ai tecnici, gli altri sono scontenti perché vendono l'ex premier nelle retrovie. Secondo i sondaggi in mano al Cavaliere, l’elettorato Pdl si divide così: il 36% continua a votare sempre il Pdl, il 56% si astiene e il restante 10% vota altri partiti. "Ma secondo i sondaggi - ha aggiunto Berlusconi - i nostri elettori vogliono tornare a votare Pdl se presenta un programma forte e costruttivo".

Insomma, il rilancio del centrodestra deve ripartire dal Pdl. Proprio per raggiungere questo obiettivo, Alfano ha presentato all’ufficio di presidenza un documento in sei punti: "Per andare avanti con forza - ha spiegato - e affermare il fatto che nel nostro Paese ci sono due grandi aree storiche e nella nostra il protagonista è Berlusconi". All'interno del documento, l'ex Guardasigilli pone l'accento sul futuro del Pdl introducendo le primarie per la scelta del futuro candidato premier (si terranno in autunno) e la stesura del programma elettorale attraverso forme di consultazione (anche online) e vere e proprie "primarie di programma". La mobilitazione del Pdl dovrà, dunque, partire da un partito che non rinnega se stesso disperdendosi in tante micro-identità. Anche Claudio Scajola ha condiviso questo approccio: la priorità è partire da un Pdl forte per il rilancio, ha sottolineato l’ex ministro allo Sviluppo, spiegando che le liste d’appoggio andranno fatte, come le abbiamo sempre favorite in tutte le campagne elettorali, prima bisogna pensare "alla nostra identità", evitando il rischio di una "balcanizzazione del partito".

Nei sei punti presentati in mattinata da Alfano ci sono anche le riforme istituzionali e alcune "proposte concrete ad effetto immediato perché si parta subito con la crescita", ma anche un forte e chiaro messaggio al governo: "Saremo leali con Monti ma non voteremo altre

materie contrarie al Paese e agli interessi delle famiglie". Insomma il Pdl ridimensiona l'appoggio incondizionato all'esecutivo tecnico e si prepara a puntare i piedi su obiettivi ritenuti sensibili.

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