Cronache

Dal pennello di bue al quaderno quadrettato Ecco i capricci dei prof

Viaggio tra le richieste più stravaganti dei docenti: album liscio-ruvidi, pennarelli introvabili, libri costosi e inutili

Dal pennello di bue al quaderno quadrettato Ecco i capricci dei prof

Questione di pelo. Basta acciuffarlo, o meglio, riuscire ad acciuffarlo e la vita dei nostri ragazzi cambierà radicalmente. Basta acciuffarlo, o meglio, riuscire ad acciuffarlo e la professoressa in classe li guarderà con occhi più benevoli. Quasi dolcissimi. Ma provateci, provateci voi a catturare un pennello, anzi, tre pennelli di pelo di bue a punta tonda, taglia 2, 5 e 9. E, ancora, provateci voi, già che ci siete, a catturare anche due pennelli, sempre di pelo di bue, a punta piatta, detta, pare, punta a lingua di gatto, di taglia 4 e di taglia 8. Se va bene, ma proprio se va bene, il negozio più attrezzato vi risponderà (non stiamo scherzando, giuro) che «in stock hanno soltanto pennelli di pelo di pony». Donatella e Cinzia, mamme sull'orlo di una crisi di nervi, ci stanno provando da giorni. Stanno setacciando tutte le cartolerie, gli ipermercati, i colorifici di Milano e dell'hinterland per accontentare la prof di storia dell'arte e garantire ai loro figli un futuro scolastico più sereno. Ma l'impresa per Donatella e Cinzia, mamme di Claudio e Sofia, due ragazzini appena atterrati in prima media, non è delle più semplici. Così hanno deciso di comporre sulla tastiera del loro pc l'indirizzo della segreteria del Giornale e di metterci a parte delle loro peripezie. Forse per avere un po' di solidarietà, forse perché gettassimo loro un salvagente (ma al Giornale, a scanso di equivoci non abbiamo pennelli di pelo di bue, né a punta tonda né a lingua di gatto).

O forse perché, una volta di più, fossimo noi a mettere alla berlina quest'Italia capace di complicarsi la vita e di inventarsi i problemi. Quest'Italia che lotta fino allo stremo per affibbiarti l'Imu e aumentarti l'Iva e, se e quando incontra resistenza, allora ti frega con il caro libri e il corredo da portare a scuola: trecento euro per 17 libri, imposti da sette tra professori e professoresse e un «corredo» di materiale didattico, che, a guardar bene, somiglia più a un «corredo di capricci». E che anche alla cassa dell'Ipercoop e dell'Esselunga fa comunque e sempre altri cento euro. Così la mail di Donatella e Cinzia letta e riletta suscita i sentimenti più disparati: indignazione, sconcerto, ironia, imbarazzo. Qualunque sia lo stato d'animo con cui vi approcciate a scorrere l'elenco dei capricci niente sarà più come prima per voi. Perché riesce difficile immaginare che, oltre a un album liscio formato A4, venga richiesto a Claudio, Sofia e ai loro compagni di classe un album liscio formato A4 ma non riquadrato e una gomma bianca che però si vende rigorosamente in confezione da dodici gomme (ma non sono da masticare, perché mai ne serviranno tante?). E poi ancora 12 o meglio 24 pennarelli a punta fine cui però bisogna per forza aggiungere anche due Tratto-Pen neri. E poi ancora un quaderno a quadretti di quattro millimetri e un quaderno a quadretti di cinque millimetri. Che cosa mai ci si dovrà fare stare in quel millimetro in più? Ma se queste sono le «perline del corredo» dei capricci professorali ci sono anche le sviste o i ripensamenti professorali.

Un libro, uno dei diciassette messi in lista a Luglio sul sito della scuola perché venissero prenotati e acquistati per tempo ecco che quando arriva settembre non serve più, sì insomma si poteva anche non comprare, ammette innestando la retromarcia la prof che si è ravveduta. Ma che, nel frattempo, ha fatto spendere 20 euro per l'antologia di italiano Nati per leggere che quindi non verrà mai letta né verrà mai rimborsata da alcun libraio. E i dizionari? «Spiegateci, chiedono a noi le due mamme sull'orlo di una crisi di nervi, perché mai il dizionario d'inglese fatto acquistare nella stessa scuola, dalla stessa professoressa quattro anni prima ai figli maggiori, ora non va più bene. Perché abbiamo dovuto comprarne un altro?». Già, perché? La domanda è lecita. Ed è lecito pure chiedersi quante parole nuove in questi quattro anni siano entrate a far parte del linguaggio corrente inglese e debbano quindi venire assolutamente imparate per poter espatriare in condizioni di massima sicurezza lessicale.

Ma il gran finale di questa surreale ricerca dei vari pezzi per comporre il puzzle della più balzana delle strategie didattiche giunge proprio mentre scriviamo queste righe. La signora Donatella ha trovato finalmente il pennello di pelo di bue punta tonda. Sorride soddisfatta ma la commessa le cancella il sorriso dalle labbra: «Pelo di bue bianco o pelo di bue grigio?».

Perfida. Vuoi vedere che la commessa è la sorella della prof di storia dell'arte?

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