IL PESO DEL FISCO

RomaOcchi puntati sulla Tasi, con la prospettiva di una tregua fino a settembre, grazie all'accordo tra il governo e l'Anci. Ma per l'Imu - imposta che molti italiani pensano sia stata superata - non c'è nessun rinvio: il 16 giugno dovranno pagarla. A un giorno dal comunicato del ministero dell'Economia sull'accordo con i sindaci, sono ancora molti i nodi da sciogliere. Non è decisa nemmeno la data. Possibile che, alla fine, la prima rata della Tasi slitti ulteriormente in ottobre.
Date ferme per l'Imu, che i contribuenti dovranno - salvo contrordini - pagare in ogni caso tra meno di un mese. La gran parte delle entrate fiscali sul mattone viene ancora dall'imposta municipale unica. Nel 2014, secondo una stima Confedilizia, il gettito Imu, resterà a quota 20 miliardi, esattamente come nell'anno precedente. Dalla Tasi arriveranno come minimo 3,8 miliardi. Nella ipotesi peggiore e più probabile, cioè di applicazione dell'aliquota massima, altri 7 miliardi.
Difficile scappare alla vecchia Imu, insomma. Basta ripassare le categorie alle quali ancora si applica per rendersene conto: fabbricati, terreni, aree fabbricati a qualsiasi uso, compresi quelli strumentali. Escluse solo le «abitazioni principali», a eccezione di quelle che rientrano nelle categorie di lusso A1/A8 e A9.
Il 16 giugno, proprietari e usufruttuari dovranno andare a pagare l'imposta, in un'unica soluzione oppure in due rate, la seconda in dicembre. Sarà l'Imu, insomma, a dare ossigeno alle casse dei Comuni. Già nei primi tre mesi dell'anno sono arrivati più di 400 milioni dalla mini Imu, cioè il residuo dell'imposta nel 2013. Tra meno di un mese arriverà come minimo la metà del gettito complessivo, quindi dieci miliardi. Imposta odiosa più della Tasi perché continua a gravare anche sugli immobili in affitto, come hanno denunciato a più riprese Confedilizia e anche i sindacati degli inquilini, che chiedono per rianimare il mercato e garantire una casa anche alle famiglie in difficoltà, di fissare un limite all'aliquota massima dell'Imu per i contratti concordati.
Il decreto casa del ministro Lupi, approvato ieri in via definitiva, prevede una cedolare secca al 10% per i canoni concordati, ma sugli immobili locati continua a gravare l'imposta patrimoniale. Sta ai Comuni fissarla, ma soprattutto nelle grandi città è già al massimo, cioè al 10,6 per mille. L'imposta continua a gravare anche sugli immobili strumentali. Secondo la Cgia di Mestre, rispetto al 2013 da Tasi e Imu su capannoni e negozi nel 2014 arriveranno 1,6 miliardi in più.
Nonostante l'accordo restano alcune ombre anche sul rinvio della Tasi. Ad esempio per le abitazioni principali, per le quali c'era già un rinvio del pagamento a dicembre (sempre nel caso in cui il Comune non abbia deciso le aliquote). Il rischio è che per queste il termine per il pagamento sia addirittura anticipato a settembre, oppure a ottobre. Una beffa per i proprietari di prima casa.
Insomma, un caos sul quale le opposizioni danno battaglia. Subito dopo il rinvio era stato il presidente della commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone a sottolineare come il «tema vero non sia rinvio (era il minimo!) ma entità della tassa». «Il governo di Renzi prende in giro gli italiani. Cambia il nome, rinvia, ma la Tasi è una tassa sulla casa», ha commentato Antonio Tajani di Forza italia.

«L'ennesima riprova dell'incapacità di questo governo», per l'azzurro Adriano Redler. Alle imprese non basta il rinvio. Per Rete imprese Italia, restano «le difficoltà connesse al calcolo e al versamento dell'imposta da effettuarsi in pochi giorni lavorativi».

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