Al Petruzzelli vanno in scena le spartizioni tra Pd e Cgil

La parentopoli nell’ente lirico barese scuote il centrosinistra. Aperto un fascicolo sulle ultime assunzioni e sul buco da 8 milioni. Il sindaco: menzogne

Al Petruzzelli vanno in scena  le spartizioni tra Pd e Cgil

Roma - «Ma quale parentopoli! Questa è barbarie, fango e menzogna!», tuona il sindaco di Bari. Tutti validissimi musicisti, impiegati e macchinisti quelli assunti al Petruzzelli di Bari (nella foto), a chiamata diretta, senza concorsi. E guai a chi pensa il contrario, anche se il procuratore aggiunto, Lino Giorgio Bruno, ha dovuto aprire un fascicolo, contro ignoti, dando mandato alla Guardia di finanza di indagare sui conti dissestati del Petruzzelli e sulle assunzioni fatte ultimamente. Solo fango e menzogna, però, per l’irruente sindaco Emiliano (Pd), che fino a pochi giorni fa è stato presidente della Fondazione Petruzzelli (commissariata il 2 marzo dal governo).

Accuse ingiuste che colpiscono, perdipiù, non solo singoli lavoratori ma famiglie intere, tutte impiegate nell’ente lirico barese. E quasi tutti, oltreché fratelli, sorelle, nipoti, moglie e mariti, nuore e cognati, anche sindacalisti Cgil o congiunti di pezzi grossi della Cgil, naturalmente settore spettacolo, oppure direttamente del Pd.
A partire dal segretario artistico della Fondazione Petruzzelli, Luigi Fuiano, che è casualmente anche consigliere comunale a Bari (Pd) e pure presidente della commissione Cultura (quelle che decide su cose come il Petruzzelli) e sempre per caso anche figlio di Antonio Fuiano, che poi è il coordinatore pugliese di Slc-Cgil (lavoratori della comunicazione). Una vena artistica impetuosa nella famiglia Fuiano, visto che anche la nuora del segretario Cgil, nonché moglie del segretario artistico della Fondazione, fa la flautista nell’orchestra del Petruzzelli. Tipo famiglia Bach, i Fuiano, tutti musicofili.

E non si ferma al figlio e nuora perché anche due nipoti di Fuiano lavorano al Petruzzelli, uno come cornista dell’orchestra, l’altro come tecnico di laboratorio. Un altro macchinista, invece, è cognato di uno dei nipoti del sindacalista Fuiano. Un’altra famiglia ben rappresentata nella pianta organica del Petruzzelli è quella dei Gadaleta. Pantaleo è il primo violino, stimato professionista, che a teatro ritrova la sorella Marta, segretaria, e la moglie Serena nel golfo mistico, come secondo violino.

All’infopoint del Petruzzelli troviamo, invece, il valente Danilo Cipriani, figlio di Nicola, sindacalista Cgil e primo dei non eletti nella lista civica «Emiliano per Bari». Tra gli amministrativi del teatro dà il suo contributo un consigliere circoscrizionale del Pd, al fianco della moglie dell’ex consigliere comunale De Candia (lista che appoggia Emiliano), mentre la segreteria della Fondazione Petruzzelli è nelle sicure mani di Valentina Cassano, sorella di Vito, altro consigliere circoscrizionale del Pd. Inappuntabile la gestione del botteghino affidata ad Alessandra Andriani, nuora di Vitantonio Loprieno, segretario generale della Slc-Cgil pugliese.

«Nessuna delle persone citate è stata selezionata su indicazione politica», sostiene però l’ex presidente della Fondazione Petruzzelli, nonché sindaco Emiliano, che rinfaccia al Pdl locale (che ha prodotto un video sul «Teatro delle beffe», di Emiliano) di faziosità, con un’argomentazione che non fa una piega: «Potrei fare molti nomi di militanti e simpatizzanti del Pdl assunti al Petruzzelli, ma non voglio scendere al livello di chi mi accusa...». «Il sindaco si assuma le sue responsabilità - contrattacca il senatore e segretario barese del Pdl, Luigi D’Ambrosio Lettieri -. Sono state fatte assunzioni clientelari, spartizioni e parentopoli tra Cgil, Pd e liste amiche del sindaco.

Questo è un graffio sulla coscienza delle persone per bene!», esplode il senatore che ricorda la frase di Emiliano: «Se qualcuno può dimostrare che qui dentro c’è stata una selezione politica del personale, io mi dimetto da sindaco».

Nel frattempo che la Procura indaga, il Petruzzelli affonda in un buco di bilancio stimato (dal nuovo commissario «tecnico», Carlo Fuortes) in 8 milioni di euro che potrebbero arrivare a 12. Una bella parte hanno avuto anche le assunzioni al di fuori del tetto stabilito, che prevede 170 dipendenti.

Ora ce ne sono 300, quasi il doppio. «Si è fatto un uso improprio dei contratti a chiamata», avverte il commissario mandato dal ministro Ornaghi. Il quale, invece, anche sul caos Petruzzelli (e parentopoli), non ha emesso favella.

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