Più vitalizi per tutti

In questa puntata de La Buvette ci occupiamo del ritorno dei vitalizi, uno dei privilegi più odiato dagli italiani

Più vitalizi per tutti
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Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Rieccoli, a volte ritornano! È il caso dei vitalizi. Sì, avete capito bene: i vitalizi. Nel caos di questi giorni fatto di veline velenose sulla giustizia, di ministri e vice indagati, i senatori hanno ripristinato uno dei privilegi più odiato dagli italiani. Sì, si sono riassegnati l’assegno d’oro. Andrea Indini, cosa ne pensi? “I soliti pasticci dei giallo - rossi, di Movimento 5 Stelle e Partito Democratico…” dici? “Beh…”

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Ma andiamo per ordine. Ve lo ricordate Luigi di Maio con le forbici in mano a Piazza Montecitorio? Era il 2018 quando i 5 Stelle annunciavano il taglio dei vitalizi. Ma era solo un bye bye, un arrivederci e non un addio. Tanto è vero che ora, i vitalizi, sono tornati! A deciderlo il Consiglio di Garanzia del Senato che, approfittando dell’informativa del Ministro del Turismo Daniela Santanchè, e della distrazione dei cittadini e di alcuni colleghi, ha annullato il taglio dei vitalizi voluto dai 5 Stelle nel governo Conte I.

Un taglio che portò al risparmio per le casse dello Stato di oltre 40 milioni di euro, mica pochi… Ma attenzione, il ripristino del privilegio non vale per tutti. Solo i vitalizi antecedenti al 2012 torneranno dritti nelle tasche dei senatori. Per il resto tutto sarà come prima. Sistema contributivo e pensione solo una volta superati i 65 anni d’età.

A votare la delibera incriminata un ex grillino (forse pentito) e il presidente del Consiglio di Garanzia, Luigi Vitali. Lui, nel 2021 scelse di lasciare Forza Italia per aderire al gruppo in sostegno di Giuseppe Conte. Astenuto il Pd, mentre Fratelli d’Italia e Lega hanno detto no. Ma non è bastato.

Così, mentre il Paese fa i conti con l’inflazione e gli italiani fanno fatica ad arrivare alla fine del mese i senatori si riprendono il privilegio. Una notizia che ha mandato su tutte le furie Giuseppe Conte tornato alle origini, al vecchio e caro populismo. Attacca e tira in ballo il salario minimo: “Dice no al salario minimo? Comprensibile, guadagna fino a 30 volte tanto” afferma.

Dimenticando, però, che lui ogni mese percepisce lo stesso stipendio. Intanto gli ex non si fermano e godono. 851 i senatori che beneficeranno nuovamente del vitalizio insieme ai 444 familiari dei senatori defunti. Mica male.

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