Dopo le navi, ora l'Italia lascia a terra gli aerei delle Ong: 20 giorni di stop per Sea Watch

L'Enac ferma l'aereo di Sea Watch per violazioni risalenti al 30 giugno. L'anno scorso l'areomobile era stato multato per 2.000 euro

Dopo le navi, ora l'Italia lascia a terra gli aerei delle Ong: 20 giorni di stop per Sea Watch
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Dalle Ong, in particolare da Sea Watch, arriva un nuovo attacco all'Italia colpevole, a loro dire, di aver fermato ingiustificatamente l'aereo da ricognizione Sea Bird. Stavolta il blocco è arrivato l'Enac, l'Ente nazionale dell'aviazione civile, la quale ha imposto 20 giorni di fermo, il primo in assoluto per gli aerei delle Ong. A dare l'annuncio è, ancora una volta, l'Ong tedesca, che tramite i suoi social ha reso noto che "dopo che la scorsa settimana il nostro aereo da ricognizione Seabird 2 ha documentato l’ennesimo caso di omissione di soccorso, costato la vita a due bambini e una persona adulta, oggi Enac ci notifica il fermo amministrativo di Seabird 1 per 20 giorni".

L'intento di collegare quello che loro definiscono "omissione di soccorso" con il fermo dell'aereo è chiaro, nonostante non esistano evidenze. Fa tutto parte della strategia comunicativa dell'organizzazione e dei tentativi di mettere sotto accusa le organizzazioni statali, in questo caso l'Enac, in altre occasioni è stato il governo o le autorità di soccorso. Questo è dimostrato da quanto da loro stessi dichiarato, perché nella comunicato sottolineano che "nella nota si fa riferimento a violazioni del 30 giugno. Siamo curiosi di saperne di più e di scoprire qual è, questa volta, il pretesto per tenerci lontani da chi ha bisogno di aiuto. Come al solito, non paga chi commette violazioni dei diritti umani: paga chi le denuncia".

È un modus operandi noto quello dell'organizzazione, che ha annunciato anche di star "valutando con i nostri legali come opporci a questo ennesimo, pretestuoso provvedimento. Torneremo a volare già nei prossimi giorni con i nostri altri aerei" e che non manca di fare la questua con i propri follower chiedendo di aiutarli "a sostenere queste spese legali". Nel maggio del 2024, quindi oltre un anno fa, l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile ha disposto "l'nterdizione all’operatività dei velivoli e delle imbarcazioni delle ONG sullo scenario del Mare Mediterraneo centrale".

Il dispositivo, che ha un'ancoraggio alla Convenzione internazionale SAR, Search and Rescue di Amburgo il 27 aprile 1979 e alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare - UNCLOS, oltre che al decreto del Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili numero 45 del 4 febbraio 2021, sottolinea che "il Soggetto istituzionale titolato ad intervenire e a coordinare l’attività SAR, tramite il Rescue Coordination Center (RCC) o i Rescue Sub Centre designati (RSC), è il Comando Generale della Guardia Costiera".

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