Il plotone dei pm rossi anti Cav: sono 20

Panorama ha censito i membri di Md e "Movimento per la giustizia" che hanno inquisito il leader Pdl

Il plotone dei pm rossi anti Cav: sono 20

I conti li ha fatti Panorama, in edicola oggi. E comunque, fatte salve onestà intellettuale dei singoli e casualità nell'assegnazione delle inchieste, il dato, obiettivamente, salta all'occhio: nei 34 procedimenti penali in cui Silvio Berlusconi si è imbattuto a partire dal 1994, l'anno della sua discesa in campo, i pm «rossi» - laddove per «rossi» si intende pm aderenti alle correnti di sinistra delle toghe, e cioè Magistratura democratica e Movimento per la giustizia, dal 2011 federate nel cartello elettorale Area - sono almeno 20. E il numero è approssimato per difetto visto che ci sono anche toghe che non fanno parte di alcuna corrente - vedi il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini - e che pure certo sono ideologicamente lontani anni luce dal Pdl e dal suo leader.
«A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca», chiosava un ex imputato eccellente, Giulio Andreotti. Ma qui non si tratta di pensar male, si tratta di numeri. E il dato che del leader del principale partito di centrodestra si siano occupati via via pm iscritti alle correnti di sinistra del sindacato delle toghe, è un fatto. Basta incrociare nomi e inchieste. Come ha fatto, appunto, il settimanale: da Milano a Palermo, da Napoli a Bari, la si chiami coincidenza, la si chiami fatalità, i destini del Cav e di almeno un inquirente schierato a sinistra si sono incrociati. Qualche nome. A partire proprio da un'inchiesta ancora aperta, quella napoletana sul cosiddetto caso De Gregorio e sulla presunta compravendita di parlamentari per far cadere il governo Prodi. Henry John Woodcock non è iscritto ad alcuna corrente. Ma i pm Vincenzo Piscitelli, Fabrizio Vanorio e Francesco Curcio, che sostengono l'accusa, invece si. Quale? Bravi, Md, indovinato.

E Milano, la culla dei processi al Cavaliere, da Mediaset ai diritti Tv al Rubygate? Qui è il procuratore capo in persona, Edmondo Bruti Liberati ad essere un illustre esponente di Magistratura democratica, corrente che in passato ha anche presieduto. Di Md anche un altro accusatore storico di Berlusconi nei processi per le tangenti alla Guardia di Finanza, Imi Sir, Lodo Mondadori e Sme Ariosto, l'ormai ex magistrato Gherardo Colombo. A Movimento per la giustizia aderisce invece Maurizio Romanelli, il pm milanese del caso Unipol che ha chiesto e ottenuto la condanna in primo grado di Berlusconi a un anno per violazione del segreto isttruttorio.

Da Milano a Palermo il vento, anzi la «corrente», non cambia. In Md, prima di buttarsi in politica a sinistra e di lasciare la magistratura, è stato Antonio Ingroia, pm del processo a Marcello Dell'Utri con un altro attivista di Md, Domenico Gozzo, ora procuratore aggiunto a Caltanissetta, la procura che si occupa delle stragi.

E come non ricordare un altro attivista di Md, l'ex procuratore di Palermo - ora è il capo della Procura di Torino - Gian Carlo Caselli, che guidava la procura proprio quando sul Cav si scavava per mafia? Forse non è un caso che, per perorare la sua causa al Senato, il Cav pensi di parlare di toghe «rosse».

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