"La macchina pubblica non è in grado di espletare un piano di fondi che per dotazione economica è superiore al piano Marshall". È questo l'allarme lanciato da Benedetto Delle Site, presidente nazionale Giovani Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), nel corso di un incontro avuto col ministro Raffaele Fitto.
Perché avete questa paura?
"L’Italia rischia di perdere un’opportunità se non mettiamo a terra queste risorse. Apprezziamo le modifiche alla governance, ma pensiamo sia indispensabile ampliare la platea dei soggetti coinvolti perché la sola pubblica amministrazione non basta. Vogliamo lanciare una maratona sussidiaria per l’attuazione del piano e l’impiego dei fondi".
Una sorta di patto tra pubblico e privato?
“Sì, ampliare la platea degli attori erogatori in ogni ambito, dalla scuola alla sanità, e spostare il finanziamento dall’offerta alla domanda, lasciando che l’offerta si costruisca autonomamente attorno a una domanda che sia attrezzata da voucher e bonus liberamente orientabili. Questo lo abbiamo proposto nell’ottica del passaggio a un modello di sussidiarietà fiscale. Dobbiamo, quindi, lasciare che le risorse prodotte siano destinate a una serie di finalità dall’autonomia privata, senza che vengano incamerate dallo Stato e, poi, ridistribuite attraverso una miriade di opere che la pubblica amministrazione fa fatica a portare a termine. Fu l’alleanza pubblico-privata a determinare il boom economico nel Secondo Dopoguerra”.
Ma esattamente cosa avete chiesto al ministro Fitto?
“Abbiamo chiesto di avviare un bilancio sussidiario, ossia monitorare ad ampio spettro tutte le ricadute del Pnrr nell’attivazione di soggetti imprenditoriali e sociali. Il partenariato pubblico-privato è già previsto nel piano del Pnrr, ma è necessario coinvolgere maggiormente il terzo settore anche nella distribuzione dei fondi riguardo a determinati progetti sociali. Sempre nell’ottica della sussidiarietà abbiamo proposto anche la conversione in sconti fiscali di quei fondi che rischiano di non essere spesi entro il 2026 così com’è successo con il piano Industria 4.0”.
E qual è stata la risposta del ministro Fitto?
“Ci sono state oggettivamente delle aperture perché anche il ministro sa che la rimodulazione del piano del Pnrr deve avere spazi di sussidiarietà, solo così si possono attivare dei volani che andranno anche oltre il 2026 e raggiungere così gli obiettivi previsti dal piano.
Fitto si è reso conto del fatto che esistono una serie di realtà come Ditelo sui tetti, nella quale ho l'onore di coordinare il gruppo di lavoro sulla sussidiarietà nel PNRR, che riunisce più di cento associazioni del mondo cattolico. Una realtà che ha offerto un contributo importante per cercare di far destinare alcune risorse del Pnrr anche alle scuole paritarie”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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