Polpette con carne equina È allarme anche all'Ikea

La società svedese ritira il prodotto dai negozi di tutta Europa. Ma gli esperti del ministero precisano: "Nessun rischio per la salute"

Polpette con carne equina È allarme anche all'Ikea

Si chiamavano «Kottbullar», si acquistavano con 7,5 euro al chilo in ogni sede italiana del colosso Ikea. Le potevi gustare anche nei self service dei negozi ed era il piatto preferito di grandi e piccini. Ma questo è il passato. Da ieri le famose polpettine svedesi sono sparite dalle cucine e dagli scaffali. Ritirate fino a nuovo ordine: nel macinato non c'era solo manzo e maiale, anche carne di cavallo, ingrediente non elencato nell'etichetta. Dunque erano contaminate.
L'allarme è scattato oltre confine. Sono stati gli ispettori alimentari della Repubblica Ceca a trovare tracce di carne equina nelle polpette del self service in funzione presso la rivendita di Brno della multinazionale del mobile. Ed è ora l'Europa è in subbuglio. La catena di mobili low-cost ha immediatamente bloccato la vendita delle sue polpette dalla Svezia in giù, in 14 paesi, Italia compresa. Poi, in serata è stato annunciato che il provvedimento si è esteso ai negozi di tutta Europa. Niente più polpettine, quindi. E i vertici offrono le loro spiegazioni: «Prendiamo molto sul serio la questione - ha dichiarato un portavoce del gruppo - per questo abbiamo ritirato il nostro prodotto dal mercato».

Una misura «precauzionale» presa a tutela dei clienti nonostante «nei test effettuati autonomamente in due settimane, non è emersa traccia di carne equina in diversi preparati Ikea». L'azienda setaccia il macinato in parallelo con i Nas di Milano, che stanno facendo il giro delle sedi Ikea per verificare la presenza di carne di cavallo non dichiarata. Ma mentre procedono i controlli sul colosso del mobile, ecco scoppiare un altro bubbone tutto italiano. Riguarda un campione di «Lasagne all'emiliana» prodotto dalla ditta Eurochef Italia di Sommacampagna e prelevato in un supermercato di Verona. Lo conferma l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna che ha comunicato la positività ai test per la presenza di carni equine, non dichiarate in etichetta. Ma non c'è pace per i consumatori e non ci sono confini per le frodi. Dopo hamburger, lasagne e tortelli, tracce di carne equina sono state trovate in cannelloni di manzo prodotti da una divisione di Nestlé e venduti in Spagna.

Ieri il direttore generale per l'Igiene e la sicurezza degli alimenti del ministero della Salute, Silvio Borrello, è volato a Bruxelles per un vertice sullo scandalo della carne equina. Ma il ministro Balduzzi rassicura. «Non c'è alcun allarme per la salute. L'Italia conferma il primato della sicurezza alimentare a livello comunitario. I campioni prelevati fino sono praticamente ad oggi il doppio di quelli raccomandati dalla Ue».
I Nas stanno facendo un lavoro eccellente. Hanno effettuato ben 316 campionamenti su 129 marche.

Ma le ispezioni non bastano a tranquillizzare i consumatori ed è alto il rischio di una psicosi collettiva con la conseguente fuga dai prodotti confezionati a base di carne bovina.
Un pericolo che potrebbe essere scongiurato se la Ue estendesse l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti, a partire dalla materia prima utilizzata.

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