Bandiere, cori, e politica. La festa della Lega sul pratone di Pontida

Alla mecca del Carroccio i giovani sono protagonisti. La domenica il pratone si riempie per ascoltare i big arrivati da tutta Italia

Bandiere, cori, e politica. La festa della Lega sul pratone di Pontida
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Il sabato è dei giovani. Infatti ieri - 20 settembre - la Lega Giovani, sezione giovanile del carroccio, ha mostrato la sua forza. Centinaia di ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia si sono riuniti sul pratone di Pontida per festeggiare la tradizionale festa leghista. Una giornata che inizia con il botto. Un attacco in piena regola contro i giovani di Forza Italia. "Devono capire cosa vogliono fare - raccontano - se stanno con noi ci stanno fino in fondo, altrimenti chiariscano in che squadra vogliono giocare" riferendosi all'invito esteso al leader di Azione Carlo Calenda visto dai più come un gesto di avvicinamento tra i due partiti.

Tra stand, birre e panini sono partiti anche i cori da stadio contro la sinistra e il politicamente corretto. Poi il raccoglimento in memoria di Charlie Kirk, il giovane attivista statunitense ucciso durante una delle sue conferenze.

La festa è solo all'inizio. Dal Friuli alla Toscana, passando per la Liguria sono rappresentate tutte le regioni che - come ogni anno - offrono le specialità del territorio. I veneti sono, come sempre, i più attivi con un gazebo da fare invidia alle migliori sagre di paese. Frigoriferi pieni, spillatori della birra, spritz a non finire e una postazione dj set. Non mancano poi i soliti cori: "Chi non salta comunista è" o "Veneto libero"

La domenica - 21 settembre - è istituzionale o quasi. La base del partito, i sostenitori, i duri e puri della Lega non nascondono la loro rabbia: "Ci siamo rotti i coglioni di dover sempre guardarci le spalle - ha detto un militante riferendosi alla situazione sicurezza - per colpa di anni di governi di sinistra ora non possiamo uscire di casa in pace". I bus continuano ad arrivare. Il pratone accoglie l'esercito leghista con lo storico slogan dipinto sul muro che recita "Padroni a casa nostra". All'arrivo delle varie sezioni di partito l'Italia leghista si incontra, dalla sezione del Trentino a quella della Calabria, ci sono tutti. "Sono nella Lega da quando è nata - spiega un iscritto che per l'occasione si è pure dipinto la barba di verde - ho visto la nascita di questo partito, l'ho visto perdere e l'ho visto vincere e vedere tanta gente che crede nelle nostre idee e nelle idee di Matteo Salvini mi dà gioia"

Tra le bandiere presenti sul pratone non ci sono solo quelle del nord, ma anche quella della Sicilia, della Calabria e anche dell'Albania. Alla domanda sulla presenza di quella bandiera, un militante ha detto: "La Lega, a differenza di chi spara a mille contro di noi, non è razzismo, vogliamo essere rispettati in Europa e vivere in pace a casa nostra" evidenziando che l'immigrato che "viene qui, lavora e si integra è nostro fratello. Noi non vogliamo che gli altri, i maranza, gli estremisti, arrivino qui e noi dobbiamo adeguarci a loro".

Il folklore è di casa. Un leghista veneto si è travestito da Italia. Una grande penisola divisa in tre parti con scritto: da noi (al Nord) si lavora e qui (il Centro) come sempre - recita il cartello - si comanda e si mangia e qui (al Sud) si mangia.

Un evento non solo

politico, ma un vero e proprio incontro di una comunità. Da nord a sud i militanti del carroccio sanno che questo evento non può essere saltato e se serve si fanno 12 ore di autobus perché per i leghisti: Pontida è Pontida.

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