Porcellum e sostegno al Prof: tutto rinviato al vertice di oggi

Bocche cucite all’uscita del summit di tre ore a Palazzo Grazioli tra i vertici del Pdl: "Ora dobbiamo pensare all’unità e al rilancio"

Angelino Alfano e Silvio Berlusconi
Angelino Alfano e Silvio Berlusconi

Roma Un vertice atteso, attesis­simo, ma non decisivo. Anzi. A palazzo Grazioli va in scena un summit fiume di più di tre ore tra Berlusconi e i colonnelli. Ol­tre al Cavaliere ci sono il segreta­rio Alfano, Ghedini, i capigrup­po Cicchitto e Gasparri, i coordi­natori La Russa, Bondi e Verdi­ni e il vicepresidente dei senato­ri, Quagliariello. Toccata e fuga anche dell’ex governatore del Lazio, Polverini. Sul tavolo tan­ti nodi, molti dei quali non ven­gono sciolti.
Un tema in particolare sta a cuore al Cavaliere:la norma sul­l’incandidabilità. La palla è in mano al governo che oggi af­fronterà il caso. Chiaramente una spada di Damocle sulla te­sta di Berlusconi, qualora la Cassazione confermasse la con­danna al processo sui diritti tv.
Gli esperti di giustizia del Pdl già accusano: «Perché della de­lega s­ul collocamento fuori ruo­lo dei magistrati, invece, non se ne sa più nulla?». Il Cavaliere è di pessimo umore. Ma si affron­tano anche altri temi. I capi­gruppo, calendari parlamenta­ri alla mano, gli illustrano le principali misure da votare. Si cerca di capire su cosa far pres­sing sul governo ma è evidente che - sempre sotterranee - le li­nee sono due: quella moderata dei colonnelli e quella più radi­cale dell’ex premier. A dimo­strazione che le nubi non si so­no diradate, la decisione di rive­dersi oggi, per un nuovo faccia a faccia tra i big di partito. Al ter­mine del vertice, silenzio asso­luto dei partecipanti: «Parla so­lo Alfano», dicono. E ci vuole qualche ora per stilare una nota che dà un solo messaggio: «Uni­tà ». Ma le ruggini rimangono. Il comunicato è secco e breve: «Il vertice di oggi - si legge - ha av­viato una discussione proficua, in un clima costruttivo, su co­me rilanciare unitariamente il Pdl in prossimità delle impe­gnative scadenze elettorali».
E ancora: «Il progetto di rilan­cio- che coinvolge il partito nel­la sua interezza- mira a rafforza­re un centrodestra moderno e competitivo, alternativo alla si­nistra, per tornare alla guida del Paese». Nessuno spacchet­tamento, quindi, anche se non si nascondono le diverse sensi­bilità: «Unità e rilancio nella convinzione che le diversità, opportunamente convogliate, costituiscono un arricchimen­to. Questo è l’obiettivo ambizio­so che il Pdl si pone per rappre­sentare una forza politica in gra­do di confrontarsi al suo inter­no ed essere lineare e incisiva in tutte le sue azioni all’ester­no ». Quindi il passaggio sulla legge elettorale, uno degli sno­di decisivi: «È stata scelta una li­nea costruttiva per la riforma della legge elettorale che va fat­ta­adottando meccanismi equi­librati. Domani, alle 13.30 si continuerà a lavorare - conclu­de la nota- per definire ogni det­taglio ». Sul Porcellum è la solita partita a scacchi. Berlusconi e Bersani, in fondo, lascerebbe­ro volentieri la legge così co­m’è. Ma nessuno dei due vuol prendersi la responsabilità di non aver voluto la riforma.

Ec­co perché Gasparri giura che «noi sosteniamo la bozza Qua­gliariello sulla soglia e il premio di 50 deputati e 25 senatori per chi non raggiunge la soglia del 40% dei voti validi. C’è l’ok del presidente Berlusconi».

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