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"Squadrismo istituzionale". Landini e Bombardieri tirano dritto sullo sciopero generale

Il capo della Cgil contro il Garante: "Precettino pure, noi non ci fermiamo". Resta anche lo sciopero dei trasporti. Il numero uno della Cisl: "Valutiamo 4 ore"

"Squadrismo istituzionale". Landini e Bombardieri tirano dritto sullo sciopero generale
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Nel bel mezzo del muro contro muro tra il capo della Cgil, Maurizio Landini, e il vicepremier Matteo Salvini, i tre sindacati si presentano clamorosamente divisi: Cgil e Uil da una parte, Cisl da un’altra. Le tre sigle separate in casa, dopo la decisione della Commissione di garanzia di bocciare lo “sciopero generale” voluto da Landini e compagni, si punzecchiano a vicenda. Il numero uno della Cgil è irremovibile: “Noi non ci fermiamo”. Il segretario generale della Cisl, dall’altro lato, è molto critico verso i colleghi: “Lo sciopero generale? Le regole sono chiare – spiega Luigi Sbarra - Non si può programmare a puntate”.

I sindacati marciano divisi

Per Landini e soci lo scenario è sempre più preoccupante. Sullo sfondo, e sicuramente non da oggi, il sindacato italiano deve fare i conti con una perdita di credibilità (parallela alla perdita di iscritti) senza precedenti. Le cronache degli ultimi giorni sono un'ulteriore conferma di un trend negativo destinato solo a peggiorare. Prima la precettazione di Matto Salvini: un provvedimento per limitare dalle 9 alle 13 lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per venerdì 17 novembre. Adesso arriva la frammentazione interna: la Cisl, guidata da Luigi Sbarra, si tiene a debita distanza dalle posizioni demagogiche di Cgil e Uil e passa all'attacco. I due leader Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri devono difendersi da una “fronda interna” estranea alla solita linea massimalista targata Cgil.

Il conflitto tra i sindacati e il governo, esordisce Luigi Sbarra ai microfoni di Radio Anch’io, “si poteva sicuramente evitare”. L’arte del compromesso e della mediazione, per usare un eufemismo, non è lo strumento più utilizzato dalle sigle sindacali. I due leader di Cgil e Uil, convocati dal ministro Salvini, hanno rimandato al mittente qualsiasi ipotesi di dialogo disertando l’incontro. E in mattinata, con sprezzo del ridicolo e del pericolo, il numero uno della Cgil ha confermato la sua presa di posizione: "Possono precettare finché gli pare - sostiene Landini ad Agorà su Rai 3 - noi non ci fermiamo fino a quando non abbiamo ottenuto dei risultati. Venerdì sarà una grande giornata di sciopero e mobilitazione". Una linea confermata, con toni ancora più aspri, dallo stesso Pierpaolo Bomabardieri:"Risponderemo ad un atto di squadrismo istituzionale con la partecipazione ad una grande manifestazione". Insomma: nessun passo indietro anche di fronte alla precettazione. Con una piccola novità: la possibilità che lo "stop" riguardi solo parzialmente il settore dei trasporti. Sul tavolo l'ipotesi, infatti, di farlo "soltanto" per quattro ore.

Sbarra attacca Cgil e Uil

"La legislazione sull'esercizio e la regolazione del diritto di sciopero – entra nel merito Sbarra - è molto chiara. La legge fissa vincoli precisi per contemperare il diritto costituzionale allo sciopero con quello delle persone a usufruire dei diritti essenziali". E la decisione della Commissione di garanzia non è per nulla campata per aria. Tutt’altro: “C’è un'interpretazione della commissione secondo cui non essendo uno sciopero convocato dalle tre grandi sigle confederali – spiega il leader della Cisl - ed essendo spalmato su più giornate, non può vedervi applicata alcuna deroga". Una posizione confermata dal Garante degli scioperi, Paola Bellocchi, davanti alla commissione trasporti della Camera: "Abbiamo esplorato tutte le possibilità interpretative - spiega Bellocchi - e ci è sembrato che i presupposti per uno sciopero generale non ricorressero. Lo sciopero generale nazionale infatti deve riguardare la generalità delle categorie - continua - mentre questo caso era una proclamazione chiusa perché conteneva un elenco di settori esclusi dal contrasto alla manovra del governo". Se si fosse deciso altrimenti, questo il paradosso evidenziato dalla Bellocchi, "a partire da domani ogni confederazione farebbe uno sciopero generale alla carta".

Il nodo della questione, volutamente occultato da Landini e compagni, è esattamente questo: "Lo sciopero generale – evidenzia Sbarra – non si può programmare a puntate".

E prosegue: "Non dico che Cgil e Uil sbaglino ma si tratta di rispettare le norme, nella consapevolezza che le deroghe concesse per gli scioperi richiedono l'adesione di tutte le categorie e delle sigle sindacali più rappresentative”. Il capo della Cisl,a scanso di equivoci, pone una questione di merito. Ora la palla passa ai leader di Cgil e Uil.

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