Pressioni per liberare la Ligresti La Cancellieri nella bufera

Guardasigilli sotto attacco per un presunto intervento a favore della figlia del finanziere. I grillini: si dimetta. Caselli difende il ministro: illazioni arbitrarie

Pressioni per liberare la Ligresti La Cancellieri nella bufera

Roma - Una raccomandazione, un interessamento «umanitario», una pressione alla faccia della separazione dei poteri? Che cos'è stata quella del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri a favore di Giulia Ligresti, in carcere per il caso Fonsai e poi passata ai domiciliari dopo aver chiesto il patteggiamento? La Guardasigilli è nell'occhio del ciclone per la rivelazione di Repubblica di intercettazioni e interrogatori agli atti della procura di Torino. C'è chi chiede le sue dimissioni, come M5S (Grillo attacca il ministro sul blog) e Prc; chi vuole che spieghi tutto in parlamento, come Sel, Sc e Lega; chi dice che non possono esserci detenuti di serie A e di serie B, come Idv e Pd. Ma il vicepremier e segretario Pdl Angelino Alfano esprime solidarietà alla Cancellieri e accusa: «Una vicenda strumentalizzata ad arte». Per Fabrizio Cicchitto la Guardasigilli «va solo lodata» e l'attacco è «pretestuoso».

La Guardasigilli, in una lettera ai capigruppo delle Camere, si dice disponibile a riferire in parlamento: nega ogni «interferenza», è stato un intervento «doveroso» come in tanti casi. Il procuratore di Torino Gian Carlo Caselli, con i pm Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, precisa: «Arbitraria e del tutto destituita di fondamento ogni illazione che ricolleghi la concessione degli arresti domiciliari a circostanze esterne di qualunque natura».
Ecco la storia: esaminando i tabulati telefonici degli indagati, i pm di Torino si accorgono dei contatti con la Cancellieri e la ascoltano ad agosto a Roma. Lei non nega: ha ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti (fratello di Salvatore, ndr), preoccupato per la salute della nipote Giulia, che aveva sofferto di anoressia. «In cella non mangiava più, l'ho fatto per ragioni umanitarie. Ho sensibilizzato il Dap (dipartimento penitenziario, ndr.) perché venisse fatto quanto di loro competenza per la tutela della salute dei carcerati», spiega il ministro al pm Vittorio Nessi il 22 agosto. Non è indagata ma solo testimone. Quella con la famiglia Ligresti è un'amicizia da 40 anni e il figlio Piergiorgio Peluso è stato dirigente della Fondiaria Sai, prima di allontanarsi in seguito a contrasti e diventare teste-chiave della procura di Torino. In particolare, la Cancellieri è legata alla compagna di Salvatore, Gabriella Fragni e il 17 luglio, a poche ore dall'arresto dell'ingegnere e dei suoi figli, le dice in una telefonata resa nota dall'Adnkronos: «Comunque guarda, qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, sono veramente dispiaciuta».

Il ministro parla anche del figlio e del timore che quelle vicende incrinino l'amicizia: «Sono mesi che ti voglio... poi ci sono state le vicende di Piergiorgio». E insiste: «Proprio qualsiasi cosa adesso serva, non fate complimenti. Guarda, non è giusto». Scattano poco dopo le manette e l'offerta del ministro torna utile ai Ligresti. Il 18 agosto un primo tentativo sul cellulare della Cancellieri va a vuoto, il giorno dopo il ministro parla per 6 minuti con Antonino Ligresti di Giulia. Come racconta la Guardasigilli ai pm, lei si muove per «un intervento umanitario assolutamente doveroso» e «sensibilizza» i due vice capi del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facciano «quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati». Il 21 agosto il fratello di Salvatore chiede notizie con un sms e la Cancellieri assicura di aver «effettuato la segnalazione». Il 28 agosto, Giulia esce dal carcere di Vercelli e torna a casa.

Il suo legale Alberto Mittone assicura: «Era stata la stessa procura a interessarsi della sua salute, tanto che dispose una consulenza. Il medico legale la visitò in carcere e trovò preoccupanti le sue condizioni psicofisiche».

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