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Le primarie della discordia, scontro tra Renzi e Bersani sulle regole

Le primarie del centrosinistra si sono trasformate in una resa dei conti interna al Pd. Scoppia il caos. Renzi lancia un appello ai Garanti: "Rischio brogli al ballottaggio"

Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi
Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi

Altro che confronto. Altro che "vinca il migliore". Le primarie del centrsinistra a cui, domenica, potremo porre la parola "fine", sono finite a pesci in faccia e si sono, infine, rivelate per quello che sono realmente: uno scontro generazionale tutto interno al Partito democratico. E così il ballottaggio si è trasformato in una battaglia all'ultimo sangue tra il segretario Pier Luigi Bersani, avanti di nove punti percentuali, e il sindaco di Firenze Matteo Renzi che, negli ultimi giorni, ha provato a scardinare le regole scritte ad hoc per favorire proprio Bersani. Temendo brogli e conseguenti controversie sul procedimento di voto, il Comitato Renzi ha chiesto ai Garanti di "consentire a tutti coloro che lo desiderano di registrarsi e votare liberamente".

Nel penultimo giorno di vigilia elettorale il confronto politico è passato in secondo piano. Il comitato dei Garanti ha esaminato l’esposto presentato dagli altri quattro candidati contro il sindaco "rottamatore" per le inserzioni con l’appello al voto apparse ieri su diversi quotidiani. Sebbene siano state rilevate "distorsioni evidenti", Renzi è stato richiamato alla sobrietà senza, però, venire sanzionato. Secondo indiscrezioni, i Garanti avrebbero preferito non sollevare altro polverone. "Avevamo invocato sobrietà e le paginate non sono perfettamente in linea, ci auguriamo che questa anomalia cessi e si conduca tutto con sobrietà e dignità", ha sottolineato il presidente dei Garanti Luigi Berlinguer. Non solo. Il collegio ha ribadito che sarà concesso registrarsi a chi non l’ha fatto entro il 25 novembre solo in casi eccezionali e con richieste motivate e personali. Dunque basta con il mail bombing. Vada a votare, è stato l’appello, solo chi è in regola. A scanso di contestazioni, i Garanti hanno chiarito che chi ha fatto domanda dovrà attendere la risposta prevista per domani e se non dovesse arrivare, varrà il silenzio-diniego. Ma che le contestazioni ci saranno e che potrebbero essere anche vivaci è stato messo in conto; i seggi saranno organizzati in modo da "far defluire o risolvere" eventuali casi controversi. Proprio per questo, in serata, il Comitato Renzi ha chiesto ai Garanti che sia consentito a tutti coloro che lo desiderano di registrarsi e votare liberamente.

Anche oggi, tra Bersani e Renzi è andato avanti il rimpallo di critiche, responsabilità e attacchi, sia sulle pubblicità sia sulle iscrizioni al ballottaggio di chi non ha votato al primo. "Con questa caccia alle streghe stanno facendo il male di se stessi e del Pd", ha attaccato il sindaco di Firenze secondo cui sono almeno 90mila le richieste di registrazione per domenica. "Davvero qualcuno pensa di poterli rimandare indietro dal seggio? - ha chiesto provocatoriamente - è un boomerang che spero non gli si ritorca contro, forse aiuterà Bersani ad avere un paio di punti in più domenica sera, ma non l’aiuterà a vincere le elezioni". Il segretario ha subito respinto al mittente le critiche: "Questa leggenda metropolitana per cui avrei paura della partecipazione andrà smentita è un’accusa ridicola". Quanto al merito, Bersani ha invitato a "non sfregiare questa giornata magnifica e di tenere un clima sobrio. Le regole sono state decise insieme, non possiamo cambiarle in corsa". E ha tentato di ridimensionare le polemiche: "Non stanno volando gli stracci". Dal canto suo anche Renzi ha assicurato di non volerla "buttare in rissa" e, dopo aver lanciato lo stesso appello del segretario, è passato al contrattacco.

Anche sulle grandi questioni di fondo tra i due non scorre certo buon sangue. "Mi piacerebbe che ogni tanto il mio contendente pronunciasse la parola destra...", è andato più volte ripetendo Bersani per mettere Renzi in cattiva luce agli occhi dell'elettorato di Nichi Vendola che, domenica, dovrà scegliere da che parte stare.

Guardando al futuro, Bersani ha escluso la possibilità di un "ticket" con il rottamatore. Però, che Renzi non intenda sparire dal panorama politico, è più che certo. Anche se un sondaggio Swg sembrerebbe deludere la sua certezza di arrivare al 25% se fondasse un partito.

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