Primarie, Renzi a caccia di voti. Ma l'accordo tra Vendola e Bersani c'è già

Renzi lancia la campagna Adotta un bersaniano: "Ognuno di noi ne porti uno dalla nostra parte e vinceremo". Bersani, invece, tenta il recupero nelle Regioni rosse

Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, a "Porta a Porta"
Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, a "Porta a Porta"

Nella manciata di giorni che gli rimangono, Matteo Renzi deve andare a caccia di tutti quei voti necessari ad andare a colmare il divario che domenica scorsa c'è stato con Pier Luigi Bersani. Sul piatto ci sono i voti del Sel. Anche se, a detta del sindaco rottamatore, l'asse tra il segretario del piddì e Nichi Vendola è già saldo e giovedì prossimo, durante un comizio, i due faranno un accordo in vista del battoggio. Ma i "vendoliani" cosa faranno? "Secondo me non li convince mica - ha spiegato Renzi - perché i vendoliani se sono contro l’apparato come fanno a votare per avere in omaggio nel pacchetto anche D’Alema, Bindi e Casini?".

"Adotta un bersaniano". È la nuova campagna che il primo cittadino di Firenze ha lanciato tra i militanti dei suoi comitati, raccolti ieri sera nel capoluogo toscano per un incontro organizzativo in vista del ballottaggio. "Ognuno di noi adotti un bersaniano - ha detto il sindaco rivolto al suo esercito - ognuno di noi ne porti uno dalla nostra parte e lo convinca a votare per noi". In realtà, Renzi sa bene che per vincere le primarie deve andare a caccia dei voti di Vendola e di Laura Puppato. "I voti di Nichi - ha spiegato - non sono di proprietà di Vendola, e sono 600mila. Occorre andare a prenderseli". Lo stesso impegno deve essere impiegato nei confronti dei 100mila voti totalizzati dalla candidata democratica. Tra i due, però, l sindaco rottamatore è convinto di poter contare sui consensi raccolti dal governatore della Puglia. "I vendoliani ti votano come il meno peggio", ha detto ricordando l’endorsement di Margherita Hack che, ieri, ha detto che qualora votasse preferirebbe proprio Renzi. D'altra parte a Renzi non mancano certo i supporter. Ieri sera, tra i sostenitori del sindaco, c'erano Lorenzo Jovanotti e la nuotatrice Alessia Filippi.

"Vedrete la virata a sinistra che farà Renzi. Finisce che ce lo ritroviamo in Rifondazione". Nell'ironia di Bersani si cela tutta l'insicurezza del segretario piddì che non è più così tanto convinto che i voti di Vendola gli bastino a conquistare la vittoria finale. Proprio per questo, secondo indiscrezioni riportare da Repubblica, lavorare sui consensi incassati da Renzi nelle Regioni rosse (Umbria, Piemonte e Toscana). Non è, infatti, un caso che in questi giorni Bersani stia mandando nei talk show volti giovani come Stefano Bonaccini, Paola De Micheli, Antonella Moretti a Stefano Fassina. Si sono, invece, volatilizzati nel nulla i grandi vecchi del Partito democratico. Per farla breve: Rosy Bindi non si fa più vedere in giro. "Non ci sono dubbi. In alcune realtà, il voto a Renzi non è contro Bersani ma contro alcuni dirigenti eterni, contro logiche superate - spiega Giovanni Lolli, deputato abruzzese e bersaniano che fu l'uomo macchina della segretaria Veltroni nei Ds - la novità è che stavolta, invece di mollare tutto, i militanti delusi hanno trovato un'alternativa dentro al partito grazie a Renzi. Le primarie sono state anche una grande valvola di sfogo".

Insomma,

la partita continua. Per il momento, è certa solo la data del ballottaggio. Sul dopo regna, invece, l'incertezza. Tutto dipende dal vincitore. Dal canto suo, Renzi ha assicurato: "Se perdo non vado in Africa".

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