
Il centrodestra chiude il cerchio: martedì prossimo sarà il giorno dell’annuncio ufficiale dei candidati alla presidenza di Regione in tre territori chiave – Campania, Puglia e Veneto – dove il 23 e 24 novembre si giocheranno sfide importanti per gli equilibri della coalizione. Dopo settimane di incontri, confronti e qualche tensione, l’accordo è stato trovato e i nomi sono stati scelti.
Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno dato il via libera a un’intesa che prova a tenere insieme esigenze territoriali, rappresentanza dei partiti e profili capaci di affrontare contese molto diverse tra loro.
Per la Campania, la scelta è caduta su un tecnico con una lunga esperienza nelle istituzioni: si tratta del prefetto Michele di Bari, attualmente in servizio a Napoli, ma originario di Mattinata, in provincia di Foggia. Il suo profilo, proposto da Forza Italia, punta a superare le resistenze tra le varie anime del centrodestra campano e ad ampliare il consenso al di là dei tradizionali steccati politici. Esperto di pubblica amministrazione, con una carriera lunga e rispettata tra Ministero dell’Interno e prefetture di frontiera, Di Bari rappresenta una scommessa su competenza e autorevolezza. Qualche riserva resta tra le fila centriste, ma l’impostazione tecnica della candidatura sembra destinata a compattare lo schieramento.
In Puglia, dove il confronto interno alla coalizione è stato più acceso, ha prevalso la linea del radicamento sul territorio. Sarà il sindaco di Monopoli, Angelo Annese, il candidato alla presidenza per il centrodestra. Giovane, al secondo mandato, molto conosciuto nella sua provincia e apprezzato per capacità amministrative e comunicazione, Annese si è imposto su altri due nomi forti in corsa: il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (FdI) e il coordinatore regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis. La sua candidatura sarà sostenuta anche da una lista civica nella quale confluiranno Noi Moderati, l’Udc e varie espressioni dell’associazionismo territoriale, con l’obiettivo di intercettare voti fuori dai partiti tradizionali. Decisiva, in questa partita, la volontà di lanciare una figura amministrativa in grado di rappresentare un’alternativa concreta al centrosinistra nella Regione di Michele Emiliano. Smentita, invece, l’indiscrezione su una possibile candidatura solitaria del generale Roberto Vannacci in Puglia per la Lega.
Per il Veneto, infine, è arrivata la conferma: sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e uomo di fiducia di Matteo Salvini, a raccogliere l’eredità di Luca Zaia, ormai giunto al termine del suo terzo mandato da presidente. La sua candidatura era nell’aria da tempo ed è stata siglata nei giorni scorsi, mentre Zaia – che resterà comunque protagonista – potrebbe guidare una lista personale da capolista in tutte le province. L’attuale governatore ha già iniziato a muoversi sul territorio con una campagna di manifesti con lo slogan «Veneto sempre! L’impegno continua», lasciando intendere un impegno politico anche oltre la Regione.
In Lombardia, la guida della Regione dovrebbe restare in quota Fratelli d’Italia (l’europarlamentare Carlo Fidanza tra i profili più quotati per la successione di Attilio Fontana).