Politica

«Prostata curata anche grazie ai robot»

Oggi, giornata dedicata alle mamme, è tempo di festa ma anche di riflessione per tentare di correggere lo stile di vita di noi donne in nome del benessere. Infatti, se continueremo a scimmiottare gli atteggiamenti maschili (negativi) in nome di un'emancipazione femminile a tutto campo avremo solo da perdere. Soprattutto in salute.
Dagli uomini per esempio, abbiamo ereditato i pantaloni ma anche il vizio del fumo, che ci sta portando dritte-dritte ad ammazzarci con un «bel» cancro ai polmoni. Proprio così, ormai il tumore alla mammella sta diventando una malattia come tante, sempre meno pericoloso. Se ti fai l'eco e la «mammo», cioè se sfrutti a pieno questi meravigliosi strumenti di prevenzione, di rischi grossi non ce ne sono: il nodulino di turno si estirpa e via. Ti rimane solo un bello spavento archiviato nella memoria. Ma il tumore al polmone, no, quello non se ne va. Di quello si muore. E così, le donne, che una volta non sapevano neanche accendere una sigaretta, si ritrovano a fumare anche più degli uomini. I dati snocciolati in una nuova ricerca sostenuta dall'Airc e condotta da ricercatori dell' Istituto Mario Negri spiegano che, tempo qualche anno (entro il 2015), il cancro al polmone potrà superare quello al seno come causa principale di morte tra le donne europee, specialmente tra inglesi e polacche. Ma perché proprio le inglesi, sono così colpite? «L'aumento di mortalità per cancro al polmone per le donne nel Regno Unito - spiega Matteo Malvezzi, primo autore della ricerca - riflette la maggiore prevalenza di giovani donne fumatrici alla fine degli 1960 e negli anni 1970, forse a causa dei cambiamenti negli atteggiamenti socio-culturali in quel periodo. Oggi però in tutta Europa le giovani donne fumano meno e, di conseguenza, le morti per cancro ai polmoni potrebbero iniziare a stabilizzarsi dopo il 2020 con una mortalità di circa 15 per 100.000 donne». Lo scenario europeo è dunque è il seguente: i decessi per cancro diminuiscono del 6% negli uomini e del 4% nelle donne. Per quello ai polmoni, invece, le morti continuano a salire nelle donne in tutti i paesi, mentre quelli per tumore alla mammella scendono (del 7% all'anno). In Italia, la situazione è più rosea. Le donne, reduci di un retaggio culturale più tradizionalista, hanno iniziato a fumare più tardi e attualmente sono meno schiave del tabacco rispetto a quello che accade nel Nord Europa. Un bene, dunque, perché, dicono gli esperti, almeno per qualche anno ancora la mortalità per tumore al polmone resterà inferiore a del seno. Ma c'è poco da consolarsi. Matteo Malvezzi, avverte: «Se queste tendenze continuano, tra due anni, quello al polmone diventerà la prima causa di mortalità per cancro nella Ue».
Dunque bisogna invertire la tendenza, imparare a volersi bene. Come? Con sani stili di vita, con cure, se necessario, con la prevenzione, sempre. E anche l'Airc vuole trasmettere questo messaggio oggi quando 25 mila volontari scenderanno in ben 3600 piazze italiane per vendere 600 mila azalee in nome della ricerca. In occasione di questa giornata dedicata alla mamma, dunque alle donne, Airc spiega che la ricerca va gestita su diversi fronti: curare un numero maggiore di donne e cercare nuovi strumenti per individuare i tumori prima che si manifestino i sintomi. Ed è per questo che, con i fondi raccolti dalle donazioni, l'Airc finanzia solo progetti di ricerca estremamente qualificati e partecipa ai grandi programmi di prevenzione per diagnosticare la malattia meglio e precocemente. Ma per vincere questa battaglia serve l'aiuto di tutti noi.

Comprando almeno un'azalea.

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