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Per difendere l'Ong il Pd attacca la Guarda costiera

Esponenti del Partito democratico in Sicilia hanno preso di mira la Guardia costiera per il provvedimento sulla Mare Jonio: "Va contro la legge del mare"

"Provvedimento irricevibile". Il Pd contro la Guarda costiera per difendere la Ong

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"Provvedimento irricevibile". Il Pd contro la Guarda costiera per difendere la Ong

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Continuano le crociate del Partito democratico a favore delle Ong, anche di quelle che non rispettano le indicazioni di legge o, comunque, pretendono di ottenere deroghe a loro piacimento. L'ultimo caso è quello della nave Mare Jonio della Ong Mediterranea Saving Humans. A seguito di un controllo eseguito dalle autorità al porto di Trapani, la nave non è risultata adeguata per compiere interventi di salvataggio nel Mediterraneo. In particolare la nave (costruita nel 1972) non dispone dei requisiti standard indicati nelle circolari sulla sicurezza della navigazione del ministero delle Infrastrutture, Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, n.166 del 20 dicembre 2021 e 167 del 2022.

Il provvedimento della Guardia costiera

Nello specifico, per le unità che superano le 500 tonnellate come la Mare Jonio, sono richiesti “particolari criteri costruttivi per gli scafi, la loro compartimentazione e i calcoli di stabilità”, che quello che è stato costruito per operare come rimorchiatore e che ora è in uso alla Ong non riesce a soddisfare. Mancando gli standard minimi, la Guardia costiera non ha dato il via libera per operare come rescue ship ma solo come rimorchio, mezzo per la rimozione dalla superficie del mare di olii minerali e per il trasporto di merci solide. Al termine dell'ispezione effettuata per il rilascio delle certificazioni di sicurezza, "la commissione ha ritenuto necessario prevedere la rimozione di alcune attrezzature presenti a bordo oggettivamente pericolose per lo svolgimento in sicurezza delle attività richieste". Così si legge nel documento rilasciato dalla Guardia costiera in merito alle accuse della Ong alle autorità italiane di voler intralciare le operazioni di salvataggio in mare.

La replica di Mediterranea

Mediterranea non ci sta e sferra un attacco frontale alla Guardia costiera e al governo, accusando le autorità italiane di dire "falsità". Nella loro nota ci tengono a dire che "le Circolari citate non siano applicabili a una nave come la Mare Jonio e rappresentino il frutto di una volontà politica, e non tecnica, di ostacolare le attività di soccorso civile in mare". Hanno pertanto annunciato il solito ricorso nei tribunali italiani. Muovendo ulteriori accuse sostengono la convinzione che "il potere politico continui a utilizzare cinicamente pezzi di questo Corpo nella sua insensata guerra contro la solidarietà". Un'offesa alla professionalità e al senso del dovere del Corpo militare che più di tutti è impegnato a salvare vite in mare. Anche quelle di chi, come dichiarato dal generale Tricarico tempo fa, è naufrago già dalla partenza.

L'attacco del Pd alla Guardia costiera

In questa diatriba tra Ong e Guardia costiera si è inserito il Partito democratico, che dopo aver sovvenzionato Open Arms, nave sottoposta a sanzione per aver violato la legge italiana, ora attacca proprio il corpo della Marina Militare: "Il provvedimento della Capitaneria di Porto di Trapani va contro la legge del mare ed è irricevibile: salvare vite non sarà mai un reato". Tralasciando la ratio del provvedimento assunto dalla Guardia costiera, atto a salvaguardare la vita dei migranti stessi e dell'equipaggio, queste parole di Alfredo Rizzo e Valentina Villabuona, rispettivamente coordinatore della segreteria regionale del Pd Sicilia e presidente dell'assemblea provinciale del Pd di Trapani, appaiono quanto meno scomposte. "Non avremmo mai immaginato di leggere il provvedimento della Capitaneria di Porto di Trapani che mette nero su bianco la strategia del governo.

Intimare alla Mare Jonio di privarsi di salvagente, battelli gonfiabili, farmaci ed equipaggiamenti medicali e quanto sia necessario per salvare vite umane è gravissimo, ancora di più indicando quale sanzione l'arresto", concludono.

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