Quei bravi ragazzi

La sinistra grida al pestaggio di poveri manifestanti inermi. Ma non mostra le violenze dei giovani teppisti sui poliziotti

Quei bravi ragazzi

Ieri Pubblico, quotidiano di sinistra diretto da Luca Telese, aveva in copertina la fotografia di un giovane manifestante insanguinato sotto il titolo: «Giù le mani dai ragazzi». Come dargli torto, guai a chi picchia i nostri figli. I ragazzi devono poter godere di uno status speciale e inviolabile per chiunque, civili o poliziotti che siano. Su questo sono pronto a schierarmi con Telese fino alla morte perché parliamo dei fondamentali di una società civile.

Ma purtroppo, anche questa volta, a sinistra barano. Perché gli eventi non sono una fotografia, ma un film. Per capirli e giudicarli occorre vedere il prima e il dopo. E allora ecco, documentato in questa copertina, che cosa è successo prima.

E vediamo in modo inequivocabile che l'altro giorno, nelle piazze italiane, non sono stati i poliziotti a colpire a freddo inermi giovani legittimamente impegnati a protestare contro tutto ciò che ben sappiamo. No, le foto che vedete dimostrano che un gruppo di ragazzi ha spontaneamente scelto di rinunciare allo status di intoccabili. Si sono coperti il volto, si sono armati di spranghe, sassi e bottiglie molotov e sono partiti all’assalto di uomini e cose. Che cosa avrebbero dovuto fare i poliziotti? Lasciargli devastare le nostre città? Rischiare di morire sotto i colpi dei giovani barbari? Non credo. Hanno fatto bene a reagire, a difendere noi e loro stessi.

Non avevano più di fronte ragazzi incazzati

ma teppisti e delinquenti per i quali l'età non può essere in alcun modo un lasciapassare. Telese, in compagnia di Grillo, tenta solo di completare lo scempio, cioè dare copertura adulta e politica alla violenza giovanile.

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