Quel «vaffa» che ci piace al filosofo poltronista

Ieri Gianni Vattimo ha vissuto il suo piccolo Vaffa-day. Il filosofo e deputato europeo dipietrista si era autocandidato a un seggio nelle file del Movimento 5 Stelle con un intervento (in terza persona, come Giulio Cesare) sul suo blog e in seguito con un'intervista al Corriere della Sera, condita dalle consuete dichiarazioni complottiste-antisioniste. Il «comunista ermeneutico», come si definisce Vattimo, aveva in animo di aggiungere alla sua collezione un altro partito dopo il Radicale, Ds, Pdci e Idv. Gli è andata male. Grillo ha respinto le avances. Maoista, castrista, chavista ma soprattutto poltronista, il filosofo ha comunque scolpito nella pietra la sua visione dell'impegno politico, incompatibile con la mancanza di uno scranno garantito. Infatti ha spiegato così la sua ennesima giravolta: «Beh, Di Pietro non ha nessuna chance di essere eletto alle ormai prossime (...)

(...) europee. Perché mai uno deve correre per perdere?».
Nel pomeriggio, l'infaticabile Vattimo ha cercato un altro modo per farsi notare. E ci è riuscito. Interpellato dal giornale on line Futura, per ribadire la sua opposizione all'alta velocità, ha trovato opportuno attaccare il senatore Pd Stefano Esposito, minacciato da estremisti No Tav. Secondo il pensatore «quasi tutte le molotov trovate nei processi in Italia, a cominciare da quelle del G8 di Genova, erano state messe dalle presunte vittime». Quindi, quelle scoperte di recente sull'uscio di casa Esposito sono da attribuirsi a Esposito stesso o alle istituzioni.
Questa la risposta del senatore: «È un po' rincoglionito». Questa invece la risposta di Beppe Grillo al tentativo di conquistare un posto nel Movimento: «Gianni Vattimo non è candidato né candidabile alle elezioni europee con il Movimento 5 Stelle».

Concetto precisato dal deputato grillino Samuele Segoni ad Agorà, su Raitre: «Vattimo non lo vogliamo: ha fatto due mandati, deve andare a casa». Se non è un vaffa... poco ci manca. Questa volta però nessuno se la sente di dare torto a Grillo.

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