Quelle escort in Comune che imbarazzano Renzi

Il braccio destro dell'assessore alla Mobilità di Firenze sorpreso a fare sesso nel suo ufficio. Spunta un'agenda fitta di nomi vip, ma il sindaco per ora tace

Quelle escort in Comune che imbarazzano Renzi

«Tutto che tremava, mi ha strappato le calze, siamo andati lì nella stanza delle conferenze e mentre... è entrata la donna delle pulizie. A questa qua è caduta tutta l'acqua per terra». È partita da questo racconto, fatto da una escort 42enne romena ad un suo ex, e intercettato dalla polizia, l'inchiesta denominata «Bella vita», condotta dal pm Giuseppe Bianco sullo scandalo a luci rosse che si sta insinuando negli uffici di Palazzo Vecchio a Firenze fino a lambire i membri della giunta Renzi e che, giorno dopo giorno, sta assumendo toni sempre più torbidi.
Ora spunta un'agenda fitta di nomi vip (avvocati, imprenditori, gioiellieri e anche politici) nelle carte dell'inchiesta della procura di Firenze e della polizia postale sul giro di prostituzione intorno all'hotel Mediterraneo che conduce a un dirigente del Comune. Una figuraccia che imbarazza il sindaco e tutta la sua giunta e che, se confermata, potrebbe avere risvolti politici devastanti per l'ex rottamatore.
Diverse telefonate sono partite da almeno cinque utenze intestate al Comune di Firenze, intercettate tra dicembre 2011 e marzo 2012 dalla polizia, e indirizzate al cellulare di questa estetista romena, una certa A., e di altre escort coinvolte nel giro dell'hotel Mediterraneo. Dalla mole di atti depositati, seppur pieni zeppi di omissis, sono emerse nuove, bollenti, intercettazioni e nuovi nomi, che coinvolgerebbero questo dirigente del Comune di Firenze, due assessori e un esponente di spicco del Pd. Infatti questa non è l'unica inchiesta che starebbe seguendo la Procura, ma ce ne sarebbe un'altra parallela non legata all'hotel Mediterraneo: un giro allargato di escort che riguarda nomi eccellenti al di fuori di quell'albergo.
In particolare, dalle intercettazioni emerge che un rapporto sessuale si sarebbe consumato nella sala conferenze del palazzo della direzione Mobilità di via Giotto, nei primi mesi del 2012 tra questa escort e l'allora capo segreteria dell'assessore Pd alla Mobilità, Massimo Mattei. L'avvenente romena arrivava a chiedere anche mille euro a incontro. Pare che tra i cellulari finiti fra quelle intercettazioni ci fossero proprio anche quelli di questo dirigente della direzione Mobilità e dell'assessore Mattei.
Da allora è iniziato uno strano valzer di incarichi. Il funzionario coinvolto, formalmente però non ancora indagato, è stato trasferito qualche mese fa alla Villa di Rusciano, come capo di gabinetto dell'assessore comunale all'Ambiente, Caterina Biti. Giovedì scorso l'assessore Mattei ha rassegnato le proprie dimissioni, ufficialmente per motivi di salute. Sospetto anche il passaggio del capo di gabinetto di Renzi, a parlamentare e responsabile enti locali del Pd.
Proprio un anno e mezzo fa (quando è partita l'inchiesta) un dipendente del Comune di Firenze presentò un esposto affinché venissero effettuati controlli su alcune utenze comunali e nello specifico quelle della segreteria e dell'ufficio di gabinetto del sindaco, Matteo Renzi, accusati di assenteismo. Certi rumors dicono che proprio da quelle indagini gli inquirenti si sarebbero imbattuti nel giro delle escort.
Insomma, dal 16 maggio, giorno nel quale è divenuta pubblica l'inchiesta e che ha portato già a quattordici indagati, tra cui i titolari dell'hotel Mediterraneo e di un altro hotel, il Villa Fiesole, la Firenze che conta ha iniziato a tremare in attesa di conoscere la lista di tutti i clienti vip di quelle escort, tra i quali spiccherebbero anche nomi di altri politici.
A questo proposito è intervenuto il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Francesco Torselli, che tre giorni fa ha depositato un'interrogazione scritta (poi ritirata) nella quale chiedeva all'amministrazione «quali fossero le utenze comunali intercettate e quali iniziative avesse intenzione di intraprendere il Comune nel caso in cui l'utenza intercettata fosse quella di un rappresentante dell'amministrazione comunale». L'interrogazione verrà di nuovo ripresentata domani, con l'aggiunta di nuovi elementi alla luce delle intercettazioni emerse, nella quale Torselli farà riferimento anche ad una ipotesi di reato di peculato. «Non mi basta più capire chi sia questo funzionario, voglio sapere chi altro è coinvolto - spiega Torselli -. La voglia di dare voce a questa storia non nasce dalla curiosità di entrare nella vita privata delle persone. Il fatto è che questa gente, intesa come classe politica, è la stessa che per un anno ci ha massacrato in consiglio comunale con la storia del bunga bunga. Ci siamo sentiti offendere ogni giorno, quando loro stessi sono ora sospettati di aver commesso certi fatti nelle stanze dei palazzi istituzionali, facendo anche uso di strumenti, come il telefono, pagati coi soldi pubblici».


Il fattaccio, che a Firenze sta assumendo i contorni di un gigantesco gossip estivo, non trova però commenti da parte del sindaco che pare, anzi, voler far passare tutto sotto traccia. Ma la figuraccia, quella no, è già fatta.

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